Era il 2015 quando Papa Francesco scrisse l’enciclica Laudato Sì’, con questa enciclica volle dare alla comunità internazionale il principale contributo sul problema dello sviluppo sostenibile e della cura del Creato.

Papa Francesco, rivisitando il concetto di Papa Paolo VI scritto nell’enciclica Populorum Progressio dove parlava dello sviluppo integrale, propone un’ecologia integrale, che significa ambientale, economica, sociale, culturale e della vita quotidiana, rendendola un’ecologia umana (LS 138-155).

I sette obiettivi della Laudato Sì’ ci sfidano a vivere l’ecologia integrale secondo lo spirito dell’enciclica e ci spingono a riflettere su come agiamo in risposta al grido della Terra guidati da una vera spiritualità cristiana. La nostra meravigliosa Casa comune sta cadendo in rovina. Sta male, molto male, ha sempre la febbre alta, la sua salute è a un punto critico senza precedenti e questo suo stato sta compromettendo la nostra vita, una serie di interrogativi getta un’ombra nera sul futuro della creatura umana.

Nel vangelo di Giovanni, capitolo 2, Gesù ci dice: “Smettetela di fare della casa del Padre mio un mercato! E, lo zelo per la tua casa mi consuma”. Come scritto sopra la Casa comune sta andando in rovina, è la nostra Casa comune che oggi è spogliata e profanata. La crisi ecologica contemporanea, infatti, mette a nudo la nostra incapacità di percepire il mondo fisico che è la dimora di Dio, santificata dall’incarnazione di Suo Figlio, con la prospettiva meccanicistica unidimensionale della modernità. Di conseguenza, abbiamo ridotto il mondo fisico a un mero magazzino di risorse per il consumo umano, a un insieme di beni materiali per la speculazione di mercato. Abbiamo trasformato questa sacra dimora in un mercato. A causa dell’inquinamento della terra, dell’aria e dell’acqua, abbiamo degradato la nostra casa comune che è anche la casa di Dio. In una situazione di emergenza planetaria, dobbiamo infiammarci ancora una volta dello zelo per la nostra casa comune (padre Joshtrom Isaac Kureethadam).

Questo è precisamente quanto chiede il Primo Obiettivo della Laudato Sì che invoca una risposta al Grido della Terra.

Papa Francesco lo esprime chiaramente quando scrive: ‘nostra sorella Terra’ protesta perché si sente ‘oppressa e devastata’. Questo grido è ‘una sfida urgente per proteggere la nostra casa comune’.

È un appello ‘a cercare uno sviluppo sostenibile e integrale’ (LS 13).

Dobbiamo prendere coscienza delle nostre abitudini nell’uso delle risorse a tutti i livelli per promuovere azioni di uso critico e responsabile. Dobbiamo educare le nuove generazioni a intraprendere percorsi di cambiamento di nuovi stili di vita che portano ad una conversione ecologica integrale.

Perché questa nuova SFIDA, peraltro su un tema complesso come quello affrontato nell’enciclica Laudato Sì di Papa Francesco in #HackCultura, l’hackathon delle studentesse e degli studenti per la titolarità culturale?

Perché abbiamo bisogno di favorire la consapevolezza dell’uso del digitale per la conoscenza, l’accesso partecipato, la gestione e la valorizzazione del nostro del nostro pianeta, del nostro patrimonio fra i Docenti, le studentesse e gli studenti del nostro Sistema Scolastico.

Perché la Cultura digitale, rappresenta una grande opportunità per sostenere un incontro profondo e innovativo con la cultura che educa al e con il Patrimonio, per integrare punti di vista differenti sulla realtà, per promuovere pensiero critico e un impegno responsabile e competente a fronte delle sfide della modernità, in relazione alla Convenzione di Faro, al Manifesto Ventotene digitale, alla Carta di Pietrelcina per l’Educazione all’eredità culturale, al New European Bauhaus, al Digital Competence Framework for Citizen’s (DigComp 2.2.), al Piano d’azione europeo per l’istruzione digitale, al nuovo Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), che indicano la direzione da seguire.

Perché la Cultura digitale, rappresenta una grande opportunità per favorire l’emergere di occasioni strategiche di riorganizzazione dei saperi e per restituire alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi la piena consapevolezza del loro ruolo nella modernità per raggiungere obiettivi di sostenibilità, di formazione del giudizio critico e, soprattutto, per renderli protagonisti nei processi di costruzione identitaria e di cittadinanza attiva attraverso un processo che pone al centro la loro ‘creatività’, per l’esercizio del diritto alla cultura, del diritto all’istruzione, del diritto all’innovazione.

Perché #HackCultura si colloca in un contesto di proposte progettuali di metodologie innovative per la promozione della Cultura digitale e la valorizzazione del patrimonio – tangibile, intangibile e digitale – centrate sull’engagement delle fasce giovanili della popolazione, chiamate, in una logica di esercizio di cittadinanza e di progettazione partecipata, a “prendersi in carico” il proprio patrimonio come complesso di risorse di cui aver cura a livello individuale e come comunità.

Le varie edizione di #HackCultura cosi come questa edizione 2025 hanno mirato e mirano infatti a supportare e valorizzare la ‘creatività’ dei giovani e a sperimentare modelli pedagogici che puntino a creare conoscenze e competenze consapevoli e trasversali per la realizzazione di quel digital knowledge design system applicato all’educazione “al” e “con” il patrimonio culturale per superare il concetto di FRUIZIONE legato al valore d’uso a favore del concetto di PARTECIPAZIONE dei processi di tutela attraverso la piena consapevolezza della ’titolarità culturale’ del patrimonio esercitata con diritto e la “presa in carico” dell’eredità culturale che riceviamo dal passato, attraverso la costruzione, in autonomia, di percorsi legati all’esercizio consapevole del diritto/dovere di cittadinanza digitale, attiva e globale; alla cura e alla valorizzazione del territorio; ai valori di  sostenibilità e di identità culturale;

Questa nuova SFIDA, che muove i suoi valori dalla Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco, al pari della SFIDA n. 6 Adotta un Goal dell’Agenda 2030 delle NU per una “cittadinanza del mondoparte dal presupposto, riassunto nello stesso goal 17 dell’Agenda 2030, della necessità di “lavorare insieme”, con un approccio integrato, come precondizione necessaria, la sola che può dare i frutti desiderati per la vita del nostro pianeta: non esiste un piano “B”, perché non esiste un pianeta “B”.

Non uno slogan, ma un presupposto indispensabile alla base di una visione e delle azioni di #DiCultHer nel nostro Paese che ci ha consentito di sollecitare Docenti, Studentesse e Studenti alla elaborazione di idee finalizzate a massimizzare il principio della “titolarità culturale” esercitata con diritto e la “presa in carico” di una responsabilità comune e condivisa rispetto a un bene comune, la nostra casa comune, il nostro patrimonio culturale, paesaggistico, ambientale nei territori di appartenenza, 

Per partecipare

Per partecipare selezionare la SFIDA 2 seguendo le indicazioni contenute nella pagina di HackCultura2025

Risorse

A questo indirizzo mail è possibile rivolgersi per richiedere assistenza su questa sfida: hackcultura@diculther.it