Storia di un film breve che volò sullo schermo

di Elisabetta Betty L’Innocente

Abstract

Narrare attraverso le immagini, imparare a conoscere nuovi sguardi, comporre e documentare sono competenze da scoprire e incentivare. Così come le “piccole scuole” rappresentano un patrimonio di cultura e innovazione didattica da comprendere e rilanciare, parallelamente, molto del cinema indipendente che si muove dislocato, disagiato, quasi dimenticato dai massimi sistemi può divenire un tesoro immenso. Ecco perché, forse anche per fare della perifericità il fattore comune in grado di legare in modo forte piccola scuola e risorse culturali minori, tra i film individuati molti appartengono al panorama del cinema indipendente dove possibile trovare una grande ricerca, una grande fucina di talenti, di autori considerati minori o marginali che trovano nei festival un’opportunità di espressione. Si tratta di luoghi fragili ma al contempo attivi e in grado di ripensarsi anche a partire dalla scuola, dalle opportunità che essa offre di sperimentazione e narrazione.

 With the wind…

Narrating through images, learning about new gazes, composing and documenting are skills to be discovered and encouraged. Just as “piccole scuole” represent a heritage of culture and didactic innovation to be understood and relaunched, at the same time, much of the independent cinema that moves displaced, disadvantaged, almost forgotten by the highest systems, can become an immense treasure. This is why, perhaps also to make the periphery the common factor capable of strongly binding small schools and minor cultural resources, among the films identified many belong to the panorama of independent cinema where it is possible to find great research, a great source of talent, of authors considered minor or marginal who find an opportunity for expression in festivals. These are fragile places but at the same time active and able to rethink themselves even starting from the school, from the opportunities it offers for experimentation and storytelling.

Con il vento di Claudio Romano e Elisabetta Betty L’Innocente

Il cemento cancella le persone, la città è un luogo dal quale fuggire. Dove non soffia il vento tutto si fa plumbeo, muore. Una donna, distesa all’ombra dei tigli, si rifugia lontano, nei luoghi d’infanzia. Il primo giorno di scuola, la cartella gialla, il cappottino rosso; un bimbetto tira calci ad un giocattolo. É ora di andare con il vento, è ora di scomparire.

Così recita la sinossi del film breve dal titolo Con il vento. Non ci sono dialoghi ma solo suggestioni ed un montaggio alternato tra degrado urbano e estatica campagna. Il controcampo è una preghiera e la natura una voliera di suoni, come un occhio che ci guida e ci monitora. I due personaggi si muovono in una narrazione sospesa tra l’onirico e l’immaginifico, fino ad implodere nei vecchi filmati di memoria familiare. Una memoria privata, quella dei vecchi supporti analogici, in cui il tempo intimo e ciclico, quasi universale, diviene una sineddoche per lo spettatore. E’ così che il ricordo dell’autore è anche il ricordo dello spettatore. E perdersi è meraviglioso. Perdersi in un non luogo, in uno spazio da conservare, da digitalizzare affinchè non scompaia e diventi addirittura un sentimento iconico da mostrare. Un film che (di) mostri, senza pretesa di mezzi produttivi, come la periferia possa essere poesia e l’essere periferici possa essere un valore aggiunto. Una sceneggiatura come una nuova interlingua, nel paesaggio educativo delle nuove generazioni. Poter comprendere e conoscere un luogo, la sua memoria, (ri)pensarlo, (ri)abitarlo e (ri)filmarlo per non perderne traccia e per (ri)disegnarne i contorni, specie dopo la pandemia. Conservare un’immagine, (ri)strutturarla e condividerla con mezzi ecosostenibili quali un semplice dispositivo o gli homemovies di famiglia.  Un nuovo uso consapevole delle fonti ed un (ri)uso dei formati. Così da inventare di nuovo ciò che si ha bisogno di immaginare. Di sognare.

Tra il cinema indipendente, periferico, poetico e di frontiera e le piccole scuole-appartenenti al Movimento delle Piccole Scuole di INDIRE– si inserisce il progetto de La Scuola allo Schermo, sempre promosso da INDIRE con la supervisione di Pamela Giorgi e Jose Mangione.

Narrare attraverso le immagini, imparare a conoscere nuovi sguardi, comporre e documentare sono competenze da scoprire e incentivare. Così come le piccole scuole rappresentano un patrimonio di cultura e innovazione didattica da comprendere e rilanciare, parallelamente, molto del cinema indipendente che si muove dislocato, disagiato, quasi dimenticato dai massimi sistemi può divenire un tesoro immenso. Ecco perché, forse anche per fare della perifericità il fattore comune in grado di legare in modo forte piccola scuola e risorse culturali minori, tra i film individuati molti appartengono al panorama del cinema indipendente dove possibile trovare una grande ricerca, una grande fucina di talenti, di autori considerati minori o marginali che trovano nei festival un’opportunità di espressione.

Si tratta di luoghi fragili ma al contempo attivi e in grado di ripensarsi anche a partire dalla scuola, dalle opportunità che essa offre di sperimentazione e narrazione.

Il progetto è stato recentemente menzionato all’interno della 18esima edizione di Voler Bene all’Italia, l’iniziativa che celebra l’orgoglio dei piccoli Comuni promossa da Legambiente Onlus, poiché la transizione ecologica passa anche attraverso l’esperienza virtuosa dei piccoli comuni.