Scudieri Azzurri Unesco per la comunità patrimoniale dei Sibillini. Un progetto per le scuole

di Stefania Monteverde

Abstract

Il ruolo della scuola per la comunità patrimoniale è determinante. Ed è anche una sfida educativa ancora tutta da comprendere per sviluppare in modo creativo il nesso tra educazione civica, discipline curricolari, didattica del territorio, comunità patrimoniale, patrimonio culturale, cittadinanza attiva. Qui si racconta in breve il progetto “Scudieri Azzurri per l’Unesco”, il progetto per le scuole ideato dal Club per l’Unesco delle Terre Maceratesi con cui si sta provando a raccogliere la sfida in un’area di crisi come quella delle terre colpite dal sisma del 2016 dove la comunità sta facendo un percorso di ricostruzione, materiale e immateriale. Non un progetto a termine ma un percorso virtuoso, partecipativo, duraturo.

Abstract

School has a crucial role in the heritage communities. Moreover, it represents an educational challenge yet to be fully understood in order to creatively develop the connection among civic education, curricular disciplines, didactics of the territory, heritage community, cultural heritage, active citizenship. The project “Scudieri Azzurri per l’Unesco” takes up the challenge. The project, devised by the Club for Unesco of Macerata’s Lands, is addressed to the schools belonging to an area of crisis as that hit by the seismic event of 2016, whose community is undergoing a reconstruction process, materially and immaterially. Far from being a close-end project, “Scudieri Azzurri per l’Unesco” is a virtuous, participative and durable journey.

Parole Chiave

scuola, comunità patrimoniale, patrimonio culturale, cittadinanza attiva, sfide, educazione sviluppo sostenibile

Keywords

school, cultural heritage, heritage communities, challenges,  education, sustainable development

Ogni scuola abita una determinata comunità patrimoniale con cui condivide territorio, storia, culture. Spesso questo accade a reciproca insaputa, ossia né la scuola né la comunità sa l’una dell’altra, ciascuna rinchiusa in retoriche autoreferenziali. La Convenzione di Faro, invece, legando alle comunità il concetto di eredità culturale, ha di fatto dato alla scuola un ruolo cruciale: quello di attivatore di consapevolezza nelle giovani generazioni, anello di congiunzione tra la comunità patrimoniale e gli eredi di quel patrimonio culturale di cui devono imparare a prendersi cura per farsene a loro volta trasmettitori. In questa ottica, la scuola sta facendo un lento ma importante percorso di ridefinizione dell’educazione al patrimonio culturale per andare oltre il classico insegnamento della storia dell’arte, purtroppo solo nei pochi percorsi scolastici in cui è previsto, e oltre il viaggio di istruzione nelle città d’arte, sempre più raro e difficile da programmare. Con l’articolo 3 della Legge 92/2019, che introduce in tutti gli ordini scolastici l’educazione civica come disciplina trasversale a tutte le materie curricolari, si stabilisce che per lo sviluppo delle competenze e degli obiettivi di apprendimento siano programmate chiare azioni riguardo a: (lettera e) educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari e (lettera g) educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni. La sfida è educare alla relazione tra cittadinanza e patrimonio culturale, spostando l’obiettivo educativo dalle nozioni d’arte alla responsabilità attiva fatta di conoscenza del patrimonio, cura del territorio, relazione con la complessità dell’eredità culturale di cui ogni generazione deve sapersi fare custode e testimone.

            La sfida per ogni scuola è, dunque, inventare nuovi percorsi didattici in grado di creare connessioni con le comunità e formare i docenti alla didattica del territorio. Sfida raccolta dal Club per l’UNESCO delle Terre Maceratesi che ha ideato per le scuole secondarie di II grado del territorio il progetto Scudieri Azzurri per l’UNESCO. Diventare custodi della comunità patrimoniale dei Sibillini. Il percorso si propone di sviluppare con i ragazzi e le ragazze una nuova e articolata consapevolezza: l’appartenere ad una comunità patrimoniale, l’essere eredi di un patrimonio culturale e paesaggistico, l’avere il compito etico di esserne custodi in modo creativo e innovativo, l’assumere la responsabilità di trasmetterlo. ˇIl metodo di lavoro è fondato sulla didattica del territorio, cioè sull’idea che il territorio sia un laboratorio didattico diffuso dentro cui attivare significative relazioni educative e d’apprendimento. L’argomento di studio è la comunità patrimoniale dei Monti Sibillini, gravemente colpita dal sisma del 2016 e impegnata in un lento ma continuo lavoro di ricostruzione materiale e immateriale, attento anche al recupero del patrimonio culturale immateriale per la salvaguardia dell’identità delle comunità che abitano questi territori gravemente minacciati da processi di spopolamento. Uno dei percorsi di ricostruzione di sviluppo è la candidatura del territorio a Riserva UNESCO della Biosfera dei Monti Sibillini, un processo voluto dal Club per l’UNESCO delle Terre Maceratesi, insieme all’Università di Camerino e al Parco Nazionale dei Monti Sibillini, in cui è fondamentale animare, anche con i percorsi nelle scuole, una comunità patrimoniale più consapevole e capace di attivare processi sostenibili di salvaguardia ambientale e culturale.

            Il percorso didattico degli Scudieri Azzurri per l’UNESCO impegna i ragazzi e le ragazze attraverso diverse esperienze di conoscenza: passeggiate patrimoniali, incontri con i testimoni e gli studiosi, trekking nel parco, laboratori all’università, incontri nelle sedi UNESCO del territorio, lezioni di filosofia ed etica della cultura, di storia del patrimonio, di scienze ambientali, di letteratura. Una delle attività più coinvolgenti è la realizzazione della Biblioteca della Comunità Patrimoniale come sezione della biblioteca scolastica, che permette di conoscere il patrimonio di storie anche attraverso i libri pubblicati dall’editoria indipendente, e che diventano poi le storie per reading, performance teatrali, giochi di ruolo, mappe di comunità. Sono previsti anche incontri di storytelling e comunicazione per elaborare contenuti creativi e prodotti culturali per la rielaborazione, come video, social media, magazine online, ebook. I ragazzi e le ragazze, mentre scoprono il patrimonio culturale del territorio in cui vivono, conoscono la Convenzione di Faro, il Consiglio d’Europa, le grandi istituzioni come l’Unesco, gli obiettivi dell’Agenda 2030, e intanto entrano in contatto con le professioni e i lavori della cultura come opportunità di orientamento allo studio e al lavoro.

            Il momento finale è ritualizzato con una cerimonia: gli studenti e le studentesse che hanno partecipato al progetto vengono insigniti della spilla degli Scudieri Azzurri per l’Unesco, un attestato simbolico con cui viene solennemente consegnato loro il compito di essere custodi della comunità patrimoniale in cui vivono, impegnandosi a studiarla, a curarne il patrimonio e a trasmetterlo. La simbologia dello scudiero richiama l’immagine del “portare lo scudo” a difesa del patrimonio ereditato con l’impegno a costruire una rete di protezione con lo scudo della memoria, della conoscenza, della creatività. Nel colore azzurro c’è il richiamo ai Caschi Blu della Cultura, la task force Unite4Heritage costituita nel 2016 su proposta dell’Italia in accordo con l’UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale in aree di crisi.

            Con gli Scudieri Azzurri per l’Unesco – che in questo difficile anno della pandemia sto sperimentando con i miei studenti e studentesse nel Liceo Scientifico “G. Galilei” di Macerata – ci si propone di attivare non un progetto a termine ma un percorso virtuoso, diffuso e duraturo, capace continuamente di alimentare una community di giovani pronti, attivi, pieni di nuove idee creative per rendere viva la comunità patrimoniale in cui abitano, oggi a loro insaputa, domani con piena consapevolezza ed entusiasmo.

Stefania Monteverde, attivista e manager culturale, membro del Consiglio Direttivo del Club per l’Unesco delle Terre Maceratesi e del gruppo di animazione per la candidatura della Riserva MaB Unesco della Biosfera dei Monti Sibillini, Ambasciatrice della Lettura per il Centro del Libro e della Lettura del MiC. Ha progettato biblioteche e musei, costituito reti culturali, diretto festival, amministrato imprese culturali pubbliche. Membro della giunta esecutiva e del Consiglio Direttivo di Federculture dal 2015, è stata membro dei consigli di amministrazione dell’Amat – Associazione Marchigiana Attività Teatrali, della Form – Fondazione Orchestra Regionale Marchigiana, del CMS – Consorzio Marche Spettacolo. Assessora alla cultura dal 2010 al 2020 del Comune di Macerata, ha sviluppato politiche di welfare culturale. È anche editrice e curatrice editoriale. La sua prima attività della giornata è l’insegnamento di filosofia e storia nei licei, quando sperimenta con i ragazzi e le ragazze molti dei progetti che cura. Eclettica e appassionata, fa, scrive e racconta di cultura come strumento di inclusione e democrazia.