di Maria Giulia Rinaldi
Abstract
Questo articolo presenta un nuovo tipo di libro digitale, chiamato libro multimediale, sviluppato dalla Reale Accademia di San Fernando di Madrid e approdato in Italia grazie alla collaborazione con l’Istituto centrale per la grafica di Roma.
In occasione del tricentenario della nascita di Giovanni Battista Piranesi nel 2020, Maria Cristina Misiti e Giovanna Scaloni hanno curato un volume dal titolo “Giambattista Piranesi. Sognare il sogno impossibile”.
Dopo un’introduzione in cui si presenta una breve memoria dei progetti digitali avviati dall’Istituto centrale per la grafica di Roma per rendere disponibile il suo patrimonio online in un anno così complicato, si entrerà nel merito del libro multimediale e si tenterà di fornire al lettore le principali chiavi di interpretazione di un prodotto editoriale innovativo e all’avanguardia.
This article presents an innovative Digital Book, called the Multimedia Book. It has been created by the “Real Academia de San Fernando” in Madrid and arrived in Italy thanks to the collaboration with Istituto Centrale per la Grafica di Roma.
In the occasion of the Tricentennial of his birth in 2020, Maria Cristina Misiti and Giovanna Scaloni, have developed a new Book about Giambattista Piranesi called “Giambattista Piranesi. Sognare il Sogno Impossibile”.
After a brief introduction presenting the digital projects carried out by the Istituto Centrale per la Grafica di Roma in order to make its artworks available to everyone in a such difficult year, we’ll go deeper inside the book and we’ll show the readers the needed tools to read and understand such an innovative publishing product.
Parole chiave: libro multimediale, patrimonio culturale, open data, Giambattista Piranesi, ambiti interdisciplinari, progetti internazionali
Il 2020 è stato un anno denso di avvenimenti durante il quale in poche settimane abbiamo dovuto rivoluzionare il modo in cui viviamo e ci relazioniamo. Il mondo della cultura è stato uno dei settori più colpiti in quanto la produzione e diffusione di conoscenza su ciò che studiamo e vorremo comunicare è da sempre legata al dato esperienzialee l’esposizione e la visita in presenzasono sempre stati i principali strumenti per raggiungere il pubblico e diffondere cultura. Così recita infatti anche la definizione ICOM di “museo” che, nella sua ultima versione attualmente in vigore, ci dice che:
Il museo è una istituzione permanente senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che acquisisce, compie ricerche, espone e comunica il patrimonio materiale e immateriale dell’umanità e del suo ambiente per finalità di educazione, di studio e di diletto[1].
Ebbene, la pandemia ha fatto venir meno due elementi fondamentali di questa definizione, in quanto i concetti di pubblico ed esposizione sono stati improvvisamente annullati. Quindi, come ripensare il ruolo del museo, e in generale delle istituzioni culturali, in un’epoca in cui l’esposizione al pubblico degli oggetti che conserviamo, tuteliamo e valorizziamo non può più avvenire tramite i tradizionali canali di presentazione e diffusione del patrimonio?
Queste sono state le premesse iniziali con cui l’Istituto centrale per la grafica di Roma ha dovuto affrontare un anno di attività già programmate e legate a un evento fondamentale per le sue collezioni, e cioè le celebrazioni per i trecento anni dalla nascita di Giambattista Piranesi, artista di cui conserva tutte le matrici calcografiche e la cui opera è stata oggetto di numerosi studi ed è conosciuta in tutto il mondo.
L’Istituto centrale per la grafica, infatti, nel 2020 si è proposto come motore propulsore delle iniziative legate alle celebrazioni piranesiane non solo organizzando una grande mostra dedicata alla produzione di Giambattista Piranesi ed esponendo le matrici originali e le stampe conservate in Istituto[2], ma anche coordinando gli eventi e le mostre collaterali organizzate su tutto il territorio nazionale, con cui ha condiviso anche parte delle opere attraverso numerosi prestiti.
Un’occasione così importante prevedeva dunque anche la presentazione dei risultati delle ricerche che nel corso degli ultimi decenni numerosi studiosi hanno condotto sull’opera di Piranesi e che l’Istituto aveva già provveduto a fare con la pubblicazione dei quattro volumi che hanno segnato la conclusione del noto “Progetto Piranesi”[3], un progetto di ricerca che si poneva come obiettivo proprio la pubblicazione del catalogo generale delle 964 lastre autografe dell’artista entro il 2020, curato da Ginevra Mariani.
Con l’inizio della pandemia, i luoghi della cultura sono stati chiusi al pubblico e, sebbene molte iniziative abbiano subìto una battuta d’arresto, l’Istituto centrale per la grafica ha continuato a lavorare instancabilmente per trovare dei modi alternativi per raggiungere il suo pubblico. Già da qualche mese era stato avviato un progetto di recupero e reingegnerizzazione della banca dati istituzionale, un tesoro prezioso per l’ICG, dove era confluito il vastissimo lavoro di catalogazione delle opere in collezione, oltre 300.000 schede tra stampe, matrici, disegni e fotografie[4]. La Direttrice dell’Istituto, Maria Cristina Misiti, con l’intento di non perdere e rendere ancora più accessibile il patrimonio catalografico dell’Istituto, aveva già avviato in tempi non sospetti una collaborazione con la Reale Accademia di San Fernando di Madrid per il recupero dei dati e l’utilizzo di un moderno software per la creazione del nuovo database istituzionale. Di lì a poco, tutto ciò che si svolgeva in presenza si sarebbe riversato nel mondo digitale e il computer e gli smartphones sarebbero stati l’unica finestra sul mondo esterno. La collaborazione con la Reale Accademia di S. Fernando dunque è andata avanti e portare Giambattista Piranesi e le sue opere nel mondo digitale è diventata una priorità con l’apertura di una sezione dedicata in banca dati e la pubblicazione delle oltre 2.000 schede di catalogazione[5] che, nel giro di pochi mesi e grazie a un lavoro costante tra l’Istituto e l’Accademia spagnola, sono state aggiornate con le informazioni e la bibliografia presente nelle schede di catalogo pubblicate nei quattro volumi sulle matrici di Piranesi citati prima. In queste condizioni così apparentemente avverse, è stato possibile instaurare una sinergia tra due istituzioni che unendo le risorse che avevano a disposizione, una la collezione e il sapere scientifico e l’altra il know how informatico, e grazie a un lavoro svolto totalmente da remoto e a distanza, hanno potuto offrire al pubblico un vero e proprio patrimonio di conoscenza nel giro di pochi mesi e in modo totalmente accessibile e gratuito.
Questa prima brillante esperienza di collaborazione, ha portato poco dopo allo sviluppo di un secondo progetto, vero focus di quest’articolo, di creazione di un libro multimediale, pensato in una prima fase come catalogo della grande mostra su Giambattista Piranesi, nel frattempo inaugurata in Istituto il 15 ottobre 2020, per poi diventare- in una fase successiva- un libro che ripercorre l’attività del noto incisore e architetto nelle sue molteplici sfaccettature. Le editrici del libro multimediale, Maria Cristina Misiti e Giovanna Scaloni, hanno voluto ancora una volta rendere omaggio al genio di Piranesi realizzando un prodotto innovativo e versatile che potesse riunire al suo interno l’interdisciplinarietà stessa dimostrata da Giambattista Piranesi attraverso le sue opere. Un compito arduo quello di mettere insieme in un libro tutti gli aspetti della produzione piranesiana, radunando esperti e non, italiani e stranieri, che interpretano e studiano i numerosi interessi che Piranesi ha saputo dimostrare durante i suoi oltre trent’anni di attività- dall’interesse per l’architettura, l’urbanistica e il recupero dell’antico e la sua restituzione filologica nella serie delle Antichità Romane e il Campo Marzio dell’antica Roma, alla dimensione fantastica, quasi onirica, dimostrata nella famosa serie de Le Carceri d’invenzione, passando per il moderno gusto per l’ornamento e il design nella serie delle Diverse maniere d’adornare i camini o Vasi, cippi, candelabri…
Nello specifico, il libro si apre con un frontespizio con il titolo, i nomi delle persone e i loghi delle istituzioni coinvolte nello sviluppo del libro, proseguendo con un video biografico su Giambattista Piranesi realizzato da Civita, un racconto immersivo e un collage di immagini proiettate anche in apertura nella prima sala della mostra in Istituto, a cui fa seguito l’indice del libro e cioè il percorso narrativo ideato dalle editrici. Nel primo capitolo, sono stati inclusi i contributi dei funzionari dell’Istituto centrale per la grafica sulle raccolte di matrici e stampe di Piranesi all’interno delle collezioni; un secondo capitolo è invece dedicato all’approccio architettonico e urbanistico dimostrato dall’artista e architetto nelle sue opere; il terzo capitolo affronta la parte di produzione piranesiana dedicata all’ornamento e al design e alla libertà creativa dimostrata da Piranesi in molte delle sue serie di opere incise; un quarto capitolo è dedicato alla famosa serie de Le Carceri, inquadrate da due differenti punti di vista: l’aspetto storico artistico e un approccio più scientifico con i risultati delle indagini diagnostiche realizzate sulle matrici conservate nella Calcoteca dell’Istituto tramite la tecnica della Reflectance Transformation Imaging (RTI); il quinto capitolo offre due contributi sulla serie de Le Vedute di Piranesi in due raccolte italiane degne di nota con gli interessanti esemplari colorati a gouache custoditi nel Museo Pagliara dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e quelle conservate nella collezione di Luigi Nocivelli alla Fondazione Ugo Da Como di Lonato del Garda; il sesto capitolo invece è il risultato di un’altra collaborazione con il Parco Archeologico del Colosseo che ha omaggiato Piranesi con diverse iniziative tra cui anche, per rimanere in tema digital, un’applicazione per smartphones con le vedute del Colosseo dell’artista inquadrate dallo stesso punto di vista dell’osservatore; infine il settimo e ottavo capitolo, che chiudono il libro, indagano il lascito e l’eredità di Piranesi e le sue tracce all’interno dell’Accademia di San Luca di Roma, di cui l’artista fu membro.
Il libro multimediale, il cui titolo trae ispirazione proprio dalla mostra che si è tenuta in Istituto “Giambattista Piranesi. Sognare il sogno impossibile”, nasce appunto dall’esigenza di voler creare un prodotto tecnologico nuovo, diverso, in grado di adattarsi ai moderni strumenti informatici utilizzati nel campo delle cosiddette Digital Humanities. Si tratta di un prodotto sviluppato interamente dalla Reale Accademia di Belle Arti di S. Fernando di Madrid e dai suoi informatici, utilizzato già da vari anni per illustrare i risultati di due campagne di scavo spagnole assai importanti; una nell’area di Numancia[6] e l’altra nella Casa di Diana arcaizzante a Pompei[7]. Il primo libro multimediale, è stato sviluppato grazie a un progetto di ricerca europeo e insignito nel 2018 del premio Hispania Nostra. Si tratta di un libro digitale, sviluppato interamente da computer, che può essere letto direttamente online da qualsiasi dispositivo.
L’idea di realizzare un libro multimediale su Giambattista Piranesi avrebbe significato portare per la prima volta in Italia questo prodotto editoriale, tramite un nuovo accordo di collaborazione scientifica tra la Reale Accademia di San Fernando e l’Istituto centrale per la grafica, per il quale è stato siglato anche un accordo quadro del MiC in cui sono state coinvolte anche la DG Educazione, ricerca e istituto culturali e la DG Musei proprio per promuovere la creazione di prodotti digitali innovativi che favorissero la diffusione e comunicazione del nostro patrimonio culturale.
Come s’è detto poc’anzi, il libro più che configurarsi come un catalogo della mostra, presenta una struttura lineare, in cui i diversi saggi degli studiosi che hanno partecipato all’iniziativa sono stati raggruppati per nuclei tematici.
Per poter entrare nel merito della questione e far capire al lettore in cosa consiste esattamente il libro multimediale, è doveroso fare un paragone con il concetto di libro tradizionale e la sua versione digitale. Infatti, a dispetto di ciò che si potrebbe pensare inizialmente, non si tratta di un e-book, quindi un libro tradizionale stampato e in seguito digitalizzato, ma di un libro programmato utilizzando i linguaggi informatici PHP/Mysql e Javascript e alimentato da una banca dati relazionale, dove i contenuti possono essere inseriti e modificati tramite un CMS (Content Management System), in questo caso Directus che è un tipo di CMS che non genera interfaccia, il front end, che invece è stato sviluppato dai programmatori. Il front end presenta caratteristiche molto simili a quelle di un libro ma al contempo si discosta da questo in quanto la sua natura informatica da la possibilità di montarlo e modificarlo istantaneamente e inserire al suo interno qualsiasi tipo di materiale multimediale.
Il libro tradizionale, con la sua struttura di testo e immagini, non dà la possibilità di inserire una tale quantità di informazioni (in formati diversi) all’interno di un unico volume, ce ne vorrebbero almeno trenta, il che comporterebbe un dispendio di risorse che grava proprio sulla comunità scientifica e che purtroppo spesso è causa della limitazione a cui essa è sottoposta per il raggiungimento dei propri scopi. Da molti anni la pubblicazione in formato digitale aiuta gli studiosi nell’adempimento del loro principale proposito, e cioè la diffusione della conoscenza, ed è stato un valido alleato per ampliare anche il bacino di utenza a cui può essere offerto il nostro studio. Infatti, il libro multimediale, non solo si propone di essere uno strumento per pubblicare le proprie ricerche includendo al suo interno ogni tipo di fonte a cui abbiamo attinto o prodotto per esse, ma si trasforma in un volano di conoscenza e cultura liberamente accessibile che, come un normale sito web, può essere aperto e consultato da tutto il mondo. Partendo dunque dal concetto tradizionale di libro si apre alle moderne possibilità, non solo di inserimento di qualsiasi tipo di informazione in diversi formati (jpg, pdf, mp4, svg, dwg, ecc.), ma anche di download del materiale caricato che, seguendo la moderna filosofia dell’open data, si condivide apertamente con il pubblico che avrà a sua volta la possibilità di usufruirne per i propri studi.
La creazione del libro multimediale quindi non nasce con l’intento di sviluppare un nuovo strumento tecnologico, in quanto la tecnologia che abbiamo a disposizione oggi è già molto vasta, ma quello di rispondere all’esigenza di pubblicare dei documenti, file, generati in diversi formati che non possono essere stampati su carta. Da questo presupposto è nata la creazione di una “piattaforma”, se così possiamo definirla, in grado di ammettere al suo interno il materiale acquisito dall’autore tramite le sue ricerche e in quantità illimitata. In questo senso il libro multimediale non è altro che il risultato del complesso dialogo tra programmatori informatici e gli autori che possiedono il materiale, e quindi l’informazione, e hanno bisogno di un mezzo adatto per condividerla. La parte più innovativa e utile di questo strumento è, infatti, la sintesi alla quale si è riusciti ad arrivare con l’aiuto di specialisti di diverse estrazioni disciplinari che hanno manifestato criticità ed esigenze di ogni area e insieme hanno tentato di dare una soluzione, questa è la vera ricchezza del libro multimediale.
Utilizziamo la parola “libro” per definirlo dato che uno degli obiettivi iniziali di quest’idea fu quella di sostituire la navigazione aleatoria con una lettura lineare dei contenuti. In questo modo, l’autore riesce a mantenere un dialogo costante con il lettore, è in grado di spiegargli dei concetti in modo ordinato ed è quest’ordine che non si è voluto perdere. In questo si discosta dai siti web, dove la lettura avviene in modo aleatorio, per questo motivo la parola che utilizziamo è navigazione. Se dovessimo paragonare quindi un sito web a un libro stampato, leggere il primo equivarrebbe a leggere delle pagine sciolte di un volume in ordine sparso.
Il libro multimediale, pur presentando un contenuto variegato, è comunque un testo che si legge dall’inizio alla fine e che presenta una precisa struttura che dunque aiuta il lettore a orientarsi e seguire la linearità del discorso che dal primo all’ultimo capitolo gli editori hanno deciso di restituire, frutto anche questo di un lavoro di edizione in cui il ruolo del curatore continua ad essere fondamentale.
Il libro stampato tradizionale si avvale da sempre di fotografie e disegni per illustrare i propri testi, tuttavia bisogna sempre tener conto della limitazione di spazio che obbliga a dover ridurre il numero di immagini che aiutano l’autore a sviluppare il suo discorso. Il libro multimediale invece permette l’inserimento di un numero infinito di immagini, siano esse individuali o raggruppate in gallerie di fotografie, ma anche di banche dati collegate al testo e libri digitalizzati, immagini 3D, contenutiaudio e video, ecc… Partendo dunque dal tradizionale concetto di libro, questo può essere illustrato con l’aiuto delle nuove tecnologie, già ampiamente utilizzate nel nostro settore, e che in altri prodotti editoriali non possono essere incluse.
Da quando sono stati pubblicati i primi libri multimediali, abbiamo infatti potuto constatare l’utilità di caricare del materiale sul libro che potesse essere anche scaricato dal lettore senza limiti. Ad esempio, nel libro di Numancia si dà la possibilità di scaricare numerosi file, come la mappa dell’area con le curve di livello in DWG[8] oppure lo scavo di una casa romana in epoca Flavia può essere visto sia con il visore 3D direttamente sul libro ma può essere scaricato in formato STL, OBJ o G-CODE per poterlo stampare con una stampante 3D[9]. In questo senso, il libro multimediale possiede anche una natura interattiva, che cerca di andare in contro al lettore, proponendo documenti e collegamenti aggiuntivi, ma anche degli esami o indagini sotto forma di file, frutto in questo caso del lavoro degli archeologi durante le campagne di scavo, su cui si può intervenire in fase successiva dal proprio dispositivo.
Vista la grande quantità di materiale corredato al testo, era necessario poter comunicare al lettore in modo efficace la natura dei documenti inseriti, per questo motivo gli editori del libro multimediale hanno voluto sviluppare anche un linguaggio iconografico adatto per il libro, in cui l’icona cambia in base alla tipologia di allegato[10]. I mezzi digitali oggi utilizzano una gran quantità di icone, un linguaggio di immagini, che tutti conosciamo molto bene e che favorisce una parte della comunicazione non scritta attraverso la quale colleghiamo concetti a immagini. Questo accade anche sul libro multimediale, dove ad ogni tipo di materiale o funzionalità è stata associata un’icona affinché durante la lettura si riesca a cogliere nell’immediato cosa si sta per aprire o quale azione si potrà intraprendere: scaricare un file, aprire un video, un’immagine o ancora una stratigrafia in 3D o un’immagine iperspettrale, una nota a piè di pagina con o senza bibliografia digitalizzata, ecc…
I moderni strumenti digitali che abbiamo a disposizione al giorno d’oggi ci permettono di collegarci a qualsiasi pagina esistente sul web dove, ad esempio, è sempre più possibile trovare bibliografia digitalizzata nei vasti repository digitali che grandi istituzioni e biblioteche hanno implementato negli ultimi anni. Partendo da questo presupposto, a livello bibliografico anche il concetto di nota a pie di pagina cambia all’interno del libro multimediale perché la citazione non consiste più soltanto nel nominare una fonte ma anche fornire un accesso diretto ad essa. Tenendo in conto la capacità illimitata di contenuto del libro multimediale, questo permette di inserire dei repertori bibliografici molto vasti sull’argomento trattato nella pubblicazione, trasformandosi in una vera e propria biblioteca digitale sul tema. Inoltre, dovremmo poter sempre recuperarla e accedere ad essa in modo pratico e veloce, per questo motivo gli sviluppatori hanno pensato a vari modi d’accesso, in quanto, non solo la troveremo inserita in una sezione nella parte finale dell’indice (come accade anche con i libri stampati), ma all’interno si potrà disporre in diversi modi, in ordine alfabetico oppure per capitoli, dipendendo quindi dall’argomento a cui siamo interessati e il punto esatto del libro in cui potrebbe essere stata inserita. Inoltre, è presente in ogni contributo disposta in ordine alfabetico e infine, ma non meno importante, può essere trovata attraverso il motore di ricerca interno al libro.
Ciò ovviamente non accade solamente con le citazioni di articoli o libri, ma anche con gli oggetti a cui abbiamo fatto riferimento nel nostro discorso, come ad esempio un quadro in un museo, che può essere collegato tramite un link esterno inserendo la fotografia o perfino la scheda di catalogazione, se il museo possiede una banca dati aperta al pubblico (ad esempio il British Museum[11] o la stessa Reale Accademia di S. Fernando[12]).
Nel caso del libro multimediale su Giambattista Piranesi, questa pratica è stata molto utile per poter collegare le sue stampe e matrici conservate all’Istituto centrale per la grafica[13] che attualmente possiede un banca dati aperta e consultabile sul sito calcografica.it[14]. In questo modo, nel libro multimediale gli autori, oltre a citare le opere dell’Istituto, possono anche fornire un accesso diretto alla scheda individuale dell’oggetto su cui i conservatori possono aggiornare costantemente le notizie storico-critiche relative all’opera. Ovviamente, il link rimarrà sempre lo stesso ma l’informazione sarà sempre aggiornata e attuale.
Come si è detto poc’anzi, viste le caratteristiche di un libro che può avere a disposizione uno spazio illimitato, non solo per il testo ma anche per i contenuti multimediali, era fondamentale creare un motore di ricerca interno. Una delle idee fondamentali dietro alla creazione del libro multimediale infatti è proprio quella di creare un libro che non fosse solo consultabile, ma anche interrogabile. Al passo con le moderne tecnologie che approfondiscono sempre più il concetto di ricerca e i modi in cui l’informazione può essere trovata, così anche un libro digitale dovrebbe poter essere interrogato. La presenza di un motore di ricerca diventa quindi un aspetto essenziale dato che, non solo ci permetterà di trovare ciò che stiamo cercando in brevissimo tempo, ma soprattutto può essere un punto di riferimento che aiuterà il lettore ad orientarsi all’interno di un libro così vasto e denso di contenuti.
Un altro aspetto che differenzia il libro multimediale dal libro stampato, è il fatto che trovandosi all’interno di un cloud si può accedere ad esso da qualsiasi dispositivo; si può iniziare la lettura da un computer fisso in ufficio, proseguirla su uno smartphone mentre si viaggia in metro e finirla su un tablet in casa. Non c’è dunque il bisogno di portare il libro fisico con sé e neanche un lettore speciale per gli e-books. Infatti, vista l’agilità con cui può essere consultato, l’esperienza avuta fino ad ora con i libri multimediali ci ha permesso di vedere che la loro diffusione è molto più ampia rispetto alle copie cartacee di un libro tradizionale. Un libro di divulgazione scientifica, ad esempio di storia dell’arte, per i quali frequentemente si prevedono delle brevi tirature, può essere consultato online nel caso del libro multimediale, ma anche scaricato e citato in maniera infinitamente maggiore e più facilmente che con un libro stampato. Ovviamente per favorirne la diffusione, bisogna posizionarlo adeguatamente sul web e assegnargli un numero ISBN e un codice DOI con i quali si catalogano e registrano oggi le pubblicazioni elettroniche. Grazie a questo, il libro sarà sempre modificabile ma, come i libri cartacei, anche il libro multimediale dovrà cambiare ISBN per ogni nuova edizione. Inoltre, i dati relativi alla diffusione e al monitoraggio degli accessi possono essere consultati liberamente poiché viene collegato al libro il servizio di web analytics gratuito fornito da Google, cioè Google Analytics, in cui si potranno avere aggiornamenti costanti circa le visite e gli accessi, volendo anche filtrati per area geografica o fascia demografica, per interessi e comportamenti. Per dare un’idea al lettore, il libro Numancia: Arqueología e Historia ha registrato negli ultimi tre mesi 120 accessi giornalieri e la lingua in cui più si legge è lo spagnolo, seguita dall’inglese, con utenti provenienti principalmente dal Regno Unito e Stati Uniti. È infatti possibile inserire nello stesso libro multimediale più lingue; il libro di Numancia, ad esempio, può essere letto in spagnolo, inglese e tedesco, favorendo dunque la diffusione del libro nel mondo.
Comprendere fino in fondo la quantità di possibilità che può aprire la pubblicazione di un testo in formato libro multimediale non è sempre immediata. Infatti, è l’autore stesso che già in fase di redazione del suo testo può decidere di modificarne, non solo la struttura, ma anche il contenuto, in base al materiale multimediale che potrà allegare. Infatti, potendo includere tutto ciò all’interno del suo contributo è probabile che molti concetti si spiegherebbero da soli, questo gli permetterebbe dunque di ridurre le dimensioni del testo scritto. È, infatti, un esercizio di apprendimento anche per l’autore perché, come si è detto in precedenza, il libro multimediale non è un libro stampato e digitalizzato in seguito, come gli e-books.
Da ciò ne deriva che anche la metodologia di lavoro sarà diversa dato che da una parte, come s’è detto, l’autore dell’articolo dovrà, in qualità di esperto sull’argomento, fornire non solo un testo ma anche i collegamenti e il materiale adeguatamente segnalato in ogni punto, diventando dunque una sorta di co-curatore del suo stesso contributo, e dall’altra gli editori dovranno fare un lavoro di revisione e aggiornamento costante dall’alto, non solo degli articoli, ma anche di tutto ciò che parte da essi.
Da un punto di vista strettamente tecnico, queste modifiche e aggiornamenti si faranno intervenendo all’interno del CMS dove ogni inserimento si potrà fare tramite dei codici html che variano dipendendo dal contenuto che si vuole aggiungere. I materiali potranno essere caricati sul server e la programmazione del front end permetterà di generare i link e i dovuti reindirizzamenti a ciò che si sta citando. Tutto ciò implica la presenza e la collaborazione costante tra informatici ed editori, ne consegue quindi che quest’ultimo dovrà acquisire anche delle competenze rispetto all’edizione di un libro in formato multimediale.
Nel complesso, si tratta di un’elaborazione digitale di contenuti culturali che rivitalizza i dati testuali alla luce di un progetto che sfrutta le tecnologie digitali; significa sostanzialmente andare oltre la semplice pubblicazione di libri digitalizzati.
Da quella che banalmente viene definita “fotocopiatura digitale”, che rappresenta anche un modo per rendere accessibili le fonti primarie, si arriva a un nuovo “paradigma scientifico” che supera la tradizionale separazione dei saperi con un nuovo approccio progettuale particolarmente propizio e stimolante per un’attività creativa come la creazione di un libro.
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Maria Giulia Rinaldi è una storica dell’arte, si è laureata presso l’Università degli studi di Roma Tre e l’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna.
Ha conseguito un diploma nella gestione informatica e multimediale delle collezioni presso la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando (Madrid) con cui oggi continua a collaborare per la realizzazione del libro multimediale su Giambattista Piranesi. Ha lavorato negli ultimi due anni nello sviluppo e reingegnerizzazione della nuova banca dati dell’Istituto centrale per la grafica di Roma, “Calcografica”, e attualmente sta curando la transizione del nuovo catalogo digitale del museo di Galleria Borghese in corso di pubblicazione.
[1] https://www.icom-italia.org/definizione-di-museo-partecipate-al-processo-di-aggiornamento/#:~:text=%5BIl%20museo%20%C3%A8%20una%20istituzione,di%20studio%20e%20di%20diletto.%5D (visitato il 13 aprile 2022)
[2] https://www.grafica.beniculturali.it/tutti-gli-archivi/eventi/giambattista-piranesi-1720-2020-9711.html
[3] https://www.grafica.beniculturali.it/tutti-gli-archivi/mostre/art-bonus-progetto-piranesi-8886.html
[4] https://www.calcografica.it/
[5] https://www.calcografica.it/matrici/fondo.php?id=firmin-didot-piranesi; https://www.calcografica.it/stampe/fondo.php?id=fondo-piranesi
[6] https://www.numanciamultimedia.com/
[7] https://www.dianaarcaizante.com/
[8] https://www.numanciamultimedia.com/es/capitulo-2/Historia-de-la-investigacion/3
[9] https://www.numanciamultimedia.com/es/capitulo-8/Numancia-municipium-en-epoca-Flavia/9
[10] https://www.dianaarcaizante.com/es/capitulo-8/63-Iconoteca-de-edicion/38
[11] https://www.britishmuseum.org/collection
[12] https://www.academiacolecciones.com/
[13] https://www.calcografica.it/matrici/fondo.php?id=firmin-didot-piranesi