di Benedetta Manfriani
Mesi e mesi e mesi di pandemia hanno sovvertito la vita collettiva e individuale, ma anche fatto maturare nuove energie, di cui i giovani sono i principali depositari. Dimenticati dalla politica, oppressi dagli effetti collaterali della pandemia, le loro voci, dopo tanto silenzio, attendono di essere nuovamente ascoltate. A queste voci, e al loro immenso potenziale nascosto, è stata dedicata l’installazione QuaranTeens, intervento artistico sul paesaggio sonoro che riunisce le voci dei teenagers di tutto il mondo, esibita a Firenze in piazza del Carmine dal 4 dicembre 2021 al 9 gennaio 2022, a cura di Valentina Gensini. L’installazione sonora è stata realizzata a partire dai suoni raccolti attraverso la call QuaranTeens, un invito che ho lanciato insieme a MAD Murate Art District, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, l’Assessorato all’ambiente e all’Innovazione e l’Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Firenze, con il coinvolgimento di Tempo Reale, ai giovani di tutto il mondo perché raccontassero loro stessi e la condizione vissuta durante i vari lockdown di questi ultimi anni. Giocata nel titolo sulla provocatoria combinazione fra due termini antitetici (quarantena e teenagers), la call chiedeva ai giovani di tutto il mondo di mandare un messaggio in qualsiasi lingua per raccontare loro stessi e la condizione vissuta durante i lockdown, attraverso una traccia audio di massimo 20 secondi da registrare con il cellulare. Un’azione di arte partecipativa fondata sulle straordinarie potenzialità espressive e comunicative del suono, lingua universale che oltrepassa ogni barriera culturale e linguistica capace come nessun’altra di veicolare emozioni. Sono state così raccolte tracce sonore arrivate da 51 paesi. Dall’Italia all’Albania, da Israele alla Gran Bretagna, da Taiwan al Messico, dalla Germania alla Nigeria fino all’Australia, un grande “grido” collettivo che chiede attenzione.
Per la prima volta nella storia, quello che i giovani hanno sperimentato ha coinvolto milioni di ragazzi in tutto il mondo. Gli adolescenti tra i 10 e i 19 anni sono circa 1,2 miliardi, il 18% della popolazione mondiale. I dati dell’OMS della fine del 2021 dicono che in occidente 1 ragazzo su 3 manifesta sintomi di disagio psichico dovuto alle restrizioni per la pandemia. I giovani sono il futuro, sono i depositari della progettualità per un possibile cambiamento per la sopravvivenza del nostro pianeta e rischiano di essere bloccati dalla narrazione catastrofica, violenta, soffocante e senza futuro, che viene imposta loro dai mezzi di comunicazione, dalla cultura, dalla politica, dall’arte. Questa narrazione della realtà, dannosa per chiunque, è particolarmente tossica per i più giovani, che non possiedono gli strumenti per demistificarla. È la narrazione falsa e semplicistica di una generazione sazia e disperata. La realtà, invece, è molto più complessa, perché noi tutti possiamo continuamente scegliere se fare della vita un lutto continuo o un parto continuo. Privare i giovani della fiducia è il peggior delitto che possiamo commettere, soprattutto nei momenti più difficili. Calvino chiude Le città invisibili definendo così le due attitudini possibili per affrontare l’inferno: “Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.” Ebbene, l’attenzione e l’apprendimento chiedono un atto rivoluzionario: l’ascolto. Esso ci distoglie dal dominio egotico e autistico dei nostri pensieri parassiti, ci mette in contatto con la realtà e ci apre a infiniti mondi possibili. L’ascolto è una disciplina da praticare ogni giorno perché ogni giorno possa essere portatore di novità. I giovani hanno bisogno del nostro ascolto e della nostra fiducia: ascolto della loro voce e della vita, fiducia in loro e nella vita. Perché la vita ci offre continuamente la possibilità di ricrederci.
Alcuni estratti della traccia audio:
I paesi che hanno risposto alla call sono: Italia, Francia, Germania, Svizzera, Spagna, Olanda, Belgio, Danimarca, Svezia, Portogallo, Rep. Ceca, Albania, Romania, Bulgaria, Grecia, Russia, Georgia, UK, Israele, Giordania, Egitto, Marocco, Nigeria, Ghana, Gambia, Costa d’Avorio, Togo, Camerun, Congo, Mali, Tanzania, Zimbabwe, Sud Africa, Somalia, Senegal, Pakistan, Nepal, India, Filippine, Malesia, Taiwan, Sri Lanka, Vietnam, Giappone, Argentina, Venezuela, Cile, Nuova Zelanda, Australia, Messico, Perù.
QuaranTeens è stato realizzato grazie al sostegno di Presidenza del Consiglio dei Ministri e ANCI nell!ambito del bando Fermenti in Comune, all’interno del Progetto LUMEN.
Benedetta Manfriani
Artista interdisciplinare e cantante, ha esplorato negli anni tecniche e linguaggi artistici diversi realizzando video, foto, illustrazioni, sculture, installazioni. Si è formata presso le Università di Firenze e Parigi. Collabora con Tempo Reale, centro di ricerca, produzione e didattica musicale, sia per la didattica che per la produzione di opere multimediali, e con la compagnia teatrale fiorentina Catalyst. È attualmente artista in residenza al MAD Murate Art District di Firenze. Nel 2021 ha realizzato, in collaborazione con MAD, l’installazione sonora QuaranTeens, intervento artistico sul paesaggio sonoro che ha riunito le voci di ragazzi da 51 paesi del mondo durante i vari lockdown. Nel 2020 ha diretto Orkestra Rosa, un coro con le detenute della Casa Circondariale di Sollicciano. nel 2018 ha diretto Rivers di Y. Avital nell’ambito del progetto RIVA, e nel 2016 ha ideato CONfusion, un gruppo vocale multietnico formato da migranti e italiani. Le sue opere visive e sonore sono state esposte in Italia, Germania, Svizzera, Francia, Portogallo, Regno Unito, USA. È appena uscito il suo nuovo album EVA, in collaborazione con Agnese Banti e Roberto Laneri, con cui collabora anche per progetti di canto armonico.