Di Raffaella Calgaro
Imparare ad imparare non è il risultato di un processo cumulativo e meccanico. Molteplici fattori interagiscono e concorrono tra loro per far sì che gli studenti siano protagonisti e centro dell’azione educativa. Un’azione in cui intervengono strategie operative che vanno oltre la trasmissività della lezione, come riorganizzare le informazioni acquisite, collegarle alle conoscenze pregresse e avviare un processo di sedimentazione. Sono questi alcuni dei passaggi fondamentali, relativi al processo di apprendimento, che richiedono allo studente una gestione autonoma e responsabile del proprio tempo e al docente flessibilità per affrontare nuove modalità di insegnamento.
Un’idea su come operare e quali strategie adottare ci viene dalla tecnologia, intesa sempre più come un’opportunità che ci consente di trasportare i contenuti didattici negli alfabeti degli studenti. L’ambiente di apprendimento si sta modificando e la multimedialità ci aiuta a creare nuovi spazi-studio efficaci per condividere esperienze e avviare nuove attività formative; da un punto di vista pratico, ci consente di ridurre gli sprechi di tempo, grazie ai suoi automatismi che abilitano numerose funzionalità, dalla creazione all’archiviazione di materiali a disposizione, alla ricerca efficiente e rapida di informazioni all’interno di database.
Un buon uso della tecnologia è attualmente in fase di utilizzo e sperimentazione da parte di tre studenti di una quarta superiore. L’obiettivo è quello di aprire nuove prospettive al loro metodo di studio, sia per la modalità di intrattenere informazioni, sia per migliorare le proprie capacità di memorizzazione. Una motivazione intesa come sfida personale di miglioramento, ma non solo. In realtà, affrontare un sapere, organizzare i materiali e le modalità di lavoro in modo consapevole, elaborare in forma scritta quanto si viene ad apprendere sono operazioni che si traducono per gli studenti in competenze. I media digitali diventano così strumento di supporto per una didattica più efficace. Vediamo come.
Il gruppo ha iniziato a studiare gli argomenti di storia mediante Notion, una web app che permette di organizzare e gestire al meglio il lavoro. È necessario premettere che avvicinarsi e utilizzare questa applicazione non significa semplificare il processo di apprendimento, ma acquisire consapevolezza dei propri bisogni, sormontare gli ostacoli e attivare in modalità collaborativa l’apprendimento. Il suo impiego, in buona sostanza, rende lo studente attivo nella costruzione del proprio sapere perché sviluppa un atteggiamento esplorativo, utile a migliorare le proprie conoscenze e a sperimentare nuove azioni.
Lo spazio su cui operare è aperto e i tre studenti possono produrre da remoto, tramite pc, e da vicino, tramite cellulare.
La prima fase avviene in classe dove l’assimilazione dei contenuti è individuale e gli appunti vengono presi singolarmente. Alternativamente uno dei tre studenti riporta su un file comune i propri appunti che successivamente vengono letti e integrati dagli altri due. Ogni lezione presenta un file a sé che viene utilizzato come parte integrante del manuale.
Dopo questa prima fase di costruzione, viene creata una stanza condivisa dove i tre studenti organizzano il proprio materiale e attivano una collaborazione in tempo reale condividendo, co-modificando, commentando e assegnando altre attività di approfondimento o di ricerca. Lo studio pomeridiano parte così dal manuale per poi andare agli appunti e agli approfondimenti attraverso una continua interazione tra gli studenti che attivano un feedback reciproco sul proprio sapere e un’autovalutazione su quanto svolto.
Mettere in luce i punti di debolezza li porta a fare una revisione e un recupero dei contenuti poco sviluppati, mentre i punti di forza diventano motivanti per ricercare nuovi approfondimenti. Il processo di apprendimento risulta così duplice, perché vede il coinvolgimento dello studente che agisce sia come singolo, sia all’interno del gruppo. Il clima relazionale, che si viene a creare, è aperto e collaborativo e stimola la capacità di esprimere se stessi e di intrattenere relazioni interpersonali che poi continuano all’interno del gruppo classe.
L’attivazione di una simile modalità dell’imparare sviluppa nello studente un senso di proattività e di controllo sul proprio apprendimento, favorisce una disposizione positiva, di collaborazione di fronte all’oggetto di studio e dà la possibilità di trasferire l’apprendimento da un contesto all’altro. Inoltre l’ambiente cooperativo cattura l’attenzione, fa aumentare la concentrazione e coinvolge il discente, migliorandone i risultati dell’apprendimento.
L’utilizzo di questa app sta iniziando a dare dei risultati positivi, non solo per quanto riguarda le verifiche con relative valutazioni, ma anche per il diverso approccio con la materia che gli allievi dimostrano durante le lezioni: i tre interagiscono molto di più all’interno della classe e, avendo avviato nella stanza virtuale condivisa un’analisi critica sul proprio operato, chiedono spesso chiarimenti e precisazioni su come potenziarlo.
Anche per gli studenti i vantaggi, derivati dall’esperienza maturata, sono molteplici. Se da un lato riconoscono di poter raggiungere, attraverso questo sistema, un apprendimento più sicuro e approfondito, dall’altro apprezzano la modalità rapida con cui possono accedere ai contenuti e la possibilità di poterli fruire in ogni situazione, anche durante lo spostamento da casa a scuola, o al cambio dell’ora. Imparare a cogliere le opportunità delle tecnologie senza lasciarsi sopraffare.