Pamela Giorgi
Lo scorso 18 dicembre per il NAO Performing Festival al MEET Digital Culture Center di Milano, Carlo Infante, Maria Grazia Mattei e molti altri hanno messo a punto in una giornata di studi le proprie interazioni ultratrentennali sui temi dell’avanguardia e dell’innovazione digitale. La giornata si è articolata con la riflessione di numerosi autori, performer, esperti di culture digitali ed è stata introdotta dalla lectio magistralis di Roberto Diodato (Università Cattolica di Milano), autore di “Immagine, arte, virtualità. Per un’estetica della relazione”. Diodato ha sottolineato la componente profondamente ‘umana’ dei processi in corso: ovvero, ha messo in luce come l’ibrido tecnologico comporti nuove ontologie e anche nuove sensibilità inedite nel rapporto naturale/artificiale. La fenomenologia di ciò che accade nel mondo virtuale non è più solo rappresentazione bensì simulazione e ciò comporta una consapevolezza che non ha natura meramente solo tecnologica ma anche antropologica. Si tratta di una prospettiva sistemica per cui tutto è connesso, sia i diversi Saperi, quelli scientifici, tecnologici e antropologici insieme alla complessità biologica, quindi l’umano. NAO Performing Festival è stato, inoltre, il centro di altre molteplici azioni: tra queste segnaliamo la postazione virtuale immersiva dall’approccio storiografico e dal titolo Vajont di Iolanda Di Bonaventura e Saverio Trapasso. In essa ci si ritrova ad agire in uno storytelling immersivo ambientato in una casa, possibile da abitare, di un operaio della diga, quella che da lì a poco avrebbe dato luogo alla catastrofe.
Osservare con attenzione lo svolgersi di questo evento, porta alla luce il tema emergente dell’Agire e non subire l’innovazione digitale: si tratta di un concetto evolutivo, praticato da anni proprio da Carlo Infante, tra le varie, con le sue Urban Experiences, fondant su pratiche creative che trovano origine nell’ambito delle culture digitali e ancora prima del teatro di ricerca affinato ai media, sia radiofonici sia video, in particolare con il videoteatro, una peculiarità italiana sviluppata nei primi anni Ottanta, con la Postavanguardia e poi estesasi alle più diverse articolazioni, tra performance e multimedialità, che si misurano con le trasformazioni dei linguaggi audiovisivi. Nel lavoro di Carlo Infante i media sono al centro di una ricognizione teorica ed esperienziale, ludica e partecipativa, basata sull’apprendimento dappertutto. Sebbene il performing media riguardi sempre più lo sviluppo delle tecnologie dei nuovi media interattivi, mobili e geolocalizzati (su cui Urban Experience con le sue “mappe parlanti” basate su geo-podcast sta facendo scuola), la componente ‘umana’ è preponderante. Con Urban Experience, infatti, è coinvolta di volta in volta la Comunità Educante Diffusa dell’area interessata con le esplorazioni dei walkabout radio-nomadi per mappare il territorio, utilizzando anche videoproiezioni nomadi e foot footage, ovvero l’uso di repertori di memoria audiovisiva pertinente le peculiarità territoriali attraversate in cammino. Del resto, secondo Carlo ‘il rapporto tra uomo e mondo non è solo mediato da tecnologie meramente intese come strumenti ma comporta un’integrazione sensibile tra il naturale e l’artificiale, creando nuove opportunità di evoluzione antropologica e culturale’. Con Urban Experiences, per esempio, sottolinea, “Facciamo una cosa avanzata tecnologicamente nel modo più semplice possibile: camminando e parlando con le persone, usando delle radio-cuffie e tutto questo va nel web con lo streaming: con i piedi per terra e la testa nel cloud … Invitiamo le persone a mettersi in gioco, a mettersi in cammino, a conversare, a partecipare … Associare l’idea del camminare al conversare e poi fare podcast, o meglio geopodcast, geo-referenziando lo streaming webradio, fa la differenza.”
Per approfondire si veda anche:
“Paesaggi Umani”, il progetto Geopodcast di Roma Capitale. Intervista a Carlo Infante (Urban Experience) Intervista a Carlo Infante (Urban Experience) sul progetto Paesaggi Umani (key4biz.it)
Carlo Infante: il digitale come opportunità. Intervista a cura di Giorgi, P. Carlo Infante: il digitale come opportunità | Rai Cultura