Di Chiara Paoli
Abstract
The fusion of fashion and artificial intelligence (AI) is reshaping the industry, blending creativity with cutting-edge technology. This article explores the rise of digital garments, AI-powered virtual shopping assistants, and automated production processes, emphasizing the growing role of AI in both real and virtual realms. Key examples include groundbreaking moments such as Alexander McQueen’s holographic runway and Coperni’s integration of robots into fashion shows.
The text also delves into the philosophical and practical implications of digital fashion, from sustainability and inclusivity to the redefinition of luxury and identity in virtual spaces. The article highlights the groundbreaking AI Pin by Humane, a wearable device merging AI functionality with aesthetic design, as an emblem of this transformative era.
While AI offers opportunities for innovation and personalization, challenges like data privacy, ethical concerns, and the risk of homogenizing creativity remain. The article invites readers to reflect on the balance between tradition and innovation, tangible and virtual, as fashion navigates this digital frontier.
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Abiti che esistono solo nei pixel e vivono esclusivamente sui social media, assistenti virtuali che guidano il nostro shopping con consigli personalizzati, catene produttive ottimizzate grazie all’automazione e alla capacità delle macchine di apprendere e adattarsi. La moda, da sempre simbolo di creatività e innovazione, sta subendo una metamorfosi senza precedenti grazie all’intelligenza artificiale, trasformandosi in un campo in cui la tecnologia e l’estetica si intrecciano per ridefinire le regole del gioco.
Il legame fra moda e tecnologia sta anche interrogando molti direttori creativi fin dall’inizio del nuovo millennio, con una sempre più coinvolgente spettacolarizzazione delle sfilate. In questo si sono distinti lo stilista britannico Alexander McQueen, che nel 2006 fece sfilare in passerella l’ologramma di Kate Moss (https://www.amica.it/gallery/tecnologia-moda-sfilate-robot-coperni-alexander-mcqueen/), ed il brand Coperni, che nel 2023 ha fatto letteralmente spruzzato abiti sul corpo delle modelle ma anche fatto sfilare cani robotici firmati Boston Dynamics con un braccio telescopico per svolgere alcuni compiti, come sorreggere le borse delle modelle e farle vedere al pubblico o togliere la giacca ad una di loro. (https://www.vogue.it/moda/article/sfilata-coperni-2023-boston-dynamics-robot).
Rianne Van Rompaey e il cane robotico, Coperni autunno inverno 2023 2024 Foto di Peter White (Getty Images).
L’IA sta conquistando uno spazio sempre più significativo nella vita quotidiana delle persone, influenzando le loro decisioni e i loro comportamenti. Tra tutti i settori, la moda si presenta come uno dei primi a voler oltrepassare il confine del mondo reale per espandersi in quello virtuale. Da abiti digitali che esistono unicamente nel cyberspazio a esperienze immersive di realtà aumentata nei negozi online, l’integrazione tra moda e intelligenza artificiale solleva domande profonde.
Ad esempio, un abito che non può essere indossato fisicamente ma che può essere esibito in spazi virtuali ha lo stesso “valore” di un capo tradizionale? Cosa definisce il valore di un indumento: la sua tangibilità, la sua capacità di comunicare uno status o il suo significato simbolico? La moda digitale, con le sue infinite possibilità creative e la capacità di eliminare i limiti fisici della produzione, offre una nuova visione dell’identità personale. Un avatar vestito in modo impeccabile in un metaverso potrebbe rappresentare il nuovo simbolo di lusso, ribaltando il concetto tradizionale di possesso e presenza.
Tuttavia, il passaggio dalla moda fisica a quella digitale non riguarda solo l’estetica. Coinvolge anche aspetti più complessi legati alla sostenibilità, all’accessibilità e all’inclusività. La produzione di abiti virtuali riduce gli sprechi e le emissioni legate alla filiera tradizionale, ma pone nuove sfide legate al consumo energetico delle tecnologie digitali e alla democratizzazione dell’accesso a queste esperienze. Allo stesso tempo, strumenti basati sull’intelligenza artificiale promettono di offrire consigli sempre più personalizzati, eliminando gli acquisti impulsivi o superflui e incoraggiando un consumo più consapevole.
Non mancano però i lati oscuri. L’automatizzazione dei processi creativi potrebbe portare a un’omologazione dello stile, sacrificando la diversità e l’unicità che caratterizzano il lavoro umano. Inoltre, il rischio che l’IA monopolizzi la definizione di ciò che è “di tendenza” potrebbe limitare la libertà espressiva dei designer e degli utenti finali.
Il confine tra reale e virtuale, in questo contesto, non è solo una questione tecnica ma anche filosofica. La moda non è mai stata solo un modo per coprirsi, ma un linguaggio, un’espressione culturale e personale. La domanda è: possiamo davvero replicare la profondità di queste esperienze in un mondo digitale? E se sì, a quale costo?
In definitiva, l’intelligenza artificiale offre alla moda la possibilità di reinventarsi, di esplorare nuovi territori e di adattarsi a un mondo in continua evoluzione. Ma questa trasformazione non è priva di complessità. È un dialogo tra tradizione e innovazione, tra tangibile e intangibile, che ci invita a riflettere non solo sul futuro della moda, ma anche sul modo in cui definiamo noi stessi e il nostro rapporto con la tecnologia.
In questo scenario, il vero lusso potrebbe non essere un capo fisico o digitale, ma la capacità di scegliere consapevolmente tra questi mondi, trovando un equilibrio tra le infinite possibilità del virtuale e la profondità del reale.
AI Pin: Quando la Tecnologia Diventa Moda
La moda, da sempre specchio delle evoluzioni culturali e tecnologiche, si è spinta ancora una volta oltre il confine del convenzionale. L’AI Pin (https://humane.com/aipin/tech-details), lanciato recentemente dalla start-up Humane (fondata da Imran Chaudhri e Bethany Bongiorno, entrambi pionieri nel settore tecnologico) rappresenta l’ultimo esempio di come l’intelligenza artificiale possa integrarsi con il nostro quotidiano, fondendo funzionalità avanzate con un design che si sposa perfettamente con il mondo della moda. (https://humane.com/). Non si tratta solo un dispositivo tecnologico, ma è un esempio di come l’innovazione possa ridefinire il nostro rapporto con gli oggetti che ci circondano, perché si tratta di un dispositivo progettato per interagire con l’AI e non con le App di uno smartphone.
Cos’è l’AI Pin?
L’AI Pin è una leggerissima spilla magnetica che si applica sugli abiti, trasformandosi in un vero e proprio assistente personale virtuale sempre a portata di mano. Definirlo un accessorio tecnologico sarebbe riduttivo: si tratta di una soluzione innovativa che porta l’intelligenza artificiale direttamente nell’abbigliamento, incarnando il concetto di prêt-à-porter tecnologico. Possiamo parlare di una nuova categoria di wearable, che va a sostituire lo smartphone e permette un utilizzo mobile dell’AI (https://www.digitalic.it/hardware-software/ai-pin-come-funziona). Questo dispositivo, che ha un peso totale di 54 grammi, batterie incluse, è in grado di:
Disponibile dal 9 novembre 2024, questo rivoluzionario dispositivo ha un costo di circa 1000€.
Quando la moda anticipa il futuro
L’AI Pin non è solo uno strumento funzionale, ma un vero e proprio statement. Naomi Campbell, icona di stile e innovazione, ha anticipato il lancio del dispositivo indossandolo durante la sfilata Ready to Wear di Coperni – collezione Primavera/Estate 2024 (https://www.tecnoandroid.it/2023/11/25/cose-la-ai-pin-indossata-da-naomi-campbell-1306002/). La scelta di presentare questa tecnologia in passerella sottolinea come la moda non sia più solo un veicolo estetico, ma sia sempre di più un terreno fertile per l’esplorazione di nuove frontiere tecnologiche che si integrano perfettamente con il design, perché oltre all’utilità dello strumento se ne possa apprezzare la bellezza sia da vedere che da indossare. L’idea di avere un assistente personale discreto e raffinato, che si confonde con i capi che indossiamo, è una visione che pochi anni fa sarebbe sembrata futuristica. E quindi, se il futuro della moda è digitale, allora l’AI Pin è il primo passo concreto verso un guardaroba che “pensa” insieme a noi.
Un passo avanti, ma con domande aperte
Nonostante l’entusiasmo per le potenzialità dell’AI Pin, il suo arrivo solleva alcune questioni, come per tutto quello che riguarda l’intelligenza artificiale. Il costo, seppur giustificato dalla tecnologia, lo rende un prodotto non accessibile a tutti. Inoltre, ci sono interrogativi su privacy e sicurezza: avere una telecamera e un microfono sempre attivi può destare preoccupazioni sulla protezione dei dati personali e sappiamo come questo aspetto sia delicato. Quindi l’attenzione e l’interesse per le novità tecnologiche che coinvolgano l’Intelligenza Artificiale deve andare di pari passo con l’etica, con una retta coscienza sull’utilizzo del nuovo e con il rispetto della dignità della persona umana. Ma ne siamo pronti?
Naomi Campbell sfila per Coperni con l’AI pin.