a cura di Elisabetta Betty L’Innocente
Racconti di Scuole in Rete in un tempo sospeso
Le Esperienze
a.s. 2019-2020/2020-2021
IC Nereto Sant’Omero Torano (TE)
DS Dott.ssa Laura D’Ambrosio
DADA: EMOZIONI IN MOVIMENTO!
si ringraziano tutti i docenti e le docenti della secondaria di primo grado del plesso di Sant’Omero (TE)
https://www.icneretosantomerotorano.edu.it/
https://drive.google.com/file/d/1uVUkt6xZRKyfQJf_LTXwX6vKt6CgFwrm/view
Nel 2020 la scuola secondaria di primo grado di Sant’Omero ha aderito alla Rete Nazionale di Scuole DADA sottoscrivendo il “Manifesto delle scuole Modello DADA”, redatto e promosso dai licei “A. Labriola” di Ostia e “J.F. Kennedy” di Roma rispettivamente diretti da Ottavio Fattorini e Lidia Cangemi a cui hanno aderito oltre 100 istituti in Italia.
Il termine DADA è un acronimo di Didattiche per Ambienti Di Apprendimento: le aule, infatti, sono state finalizzate per ciascuna disciplina e non sono, dunque, assegnate alle classi, bensì ad uno o più docenti. Ogni aula è divenuta laboratorio in cui applicare metodologie didattiche innovative e specifiche. Gli alunni, in tempi rapidi, si recano da un’aula all’altra al suono della campanella che scandisce il cambio di lezione; gli spostamenti degli studenti sono funzionali al processo di insegnamento-apprendimento e alla concentrazione, come testimoniato da accreditati studi neuro scientifici che ci indicano come il miglior modo per attivare le capacità cognitive sia quello di mantenere in movimento, anche leggero, il corpo.
L’ arricchimento e la personalizzazione degli spazi comuni e la caratterizzazione di spazi tematici, artisticamente decorati e funzionalmente allestiti, sono stati obiettivi al cui perseguimento hanno contribuito l’Amministrazione Comunale di Sant’Omero, La Proloco, privati cittadini, imprese locali e, non ultimi, i genitori.
I ragazzi hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa e hanno dimostrato in questi mesi di essere responsabili ed autonomi nella gestione dei flussi di movimento oltre a praticare, de facto, il civismo, collaborando alla manutenzione ed al ripristino del decoro degli spazi.
Nel contempo, per i docenti, si sono create le condizioni tese a valorizzare le professionalità attraverso la possibilità di autonoma personalizzazione delle aule intese come “spazi emozionali”, sempre più funzionali e adattabili alla disciplina e ai propri stili di insegnamento.
Così, ad esempio, si entra nel laboratorio di italiano come si varcasse la soglia di un luogo sacro, accolti dall’invito socratico “Conosci te stesso”. L’obiettivo che, in questo caso, si vuole raggiungere è alto: è quello di far trovare a ciascun alunno la felicità, non quella promessa a buon mercato, bensì l’eudaimonia, quella di cui parla Aristotele nel primo libro dell’Etica cioè la “buona riuscita del tuo demone”, della tua virtù, della tua capacità. La filosofia viene utilizzata nella scuola DADA per aiutare i ragazzi a realizzare se stessi e a raggiungere la propria felicità: il primo passo per fare ciò è proprio la conoscenza di se stessi. Ed ecco allora che l’ invito scritto sulla porta del laboratorio diventa chiaro: si entra per tirar fuori il meglio di sé in un’azione maieutica favorita da letture appositamente selezionate, film, canzoni, riflessioni, dibattiti…La scuola DADA è motivante e stimolante: i ragazzi vengono volentieri e ogni giorno all’ingresso sono accolti dal meraviglioso murales che hanno loro stessi realizzato dipingendo il mondo di “Alice nel paese delle meraviglie” ed incorniciando l’opera con la frase “E’ IMPOSSIBILE SOLO SE PENSI CHE LO SIA!”.
Anche il laboratorio di matematica è pensato innanzitutto come luogo in cui docente e studenti possano relazionarsi in modo positivo e gioioso in un clima di fiducia, rispetto reciproco e confronto costruttivo.
I banchi sono disposti a formare delle isole per facilitare il cooperative learning, in modo tale che gli studenti possano aiutarsi reciprocamente e sentirsi corresponsabili degli apprendimenti, seguendo un percorso matematico teso a stimolare motivazione ad apprendere, curiosità ed interesse.
Fonte d’ispirazione dei docenti è Emma Castelnuovo, un’insegnante e una matematica che ha contribuito in maniera significativa alla didattica della matematica, rivoluzionando il modo di insegnare la materia; gli alunni sono quindi indirizzati verso una matematica attiva che nasce dalla realtà e che viaggia per scoperte e per riflessioni.
Il vero protagonista è, dunque, il singolo alunno, che costruisce le proprie conoscenze insieme agli altri in maniera attiva e dinamica e che sviluppa l’amore per la ricerca, il gusto di apprendere e di mettersi alla prova, di formulare ipotesi ed eventualmente di analizzare l’errore, inteso come punto di partenza per un nuovo confronto e una nuova sperimentazione. Il lavoro è indirizzato verso un clima cooperativo, dove vengono accolte le idee e le ipotesi di ciascuno,superando blocchi mentali ed ostacoli e permettendo agli alunni di esprimersi senza la paura di sbagliare.
Emma Castelnuovo suggeriva una didattica in grado di rispettare i tempi dell’alunno, “Lasciate ai ragazzi il tempo di perdere tempo” diceva, per garantire loro l’opportunità di costruire soluzioni autonomamente. Questa frase ha fortemente colpito i nostri docenti, spingendoli a mettere alla prova gli alunni per sviluppare l’osservazione, l’intuizione, il senso critico, ma offrendo loro tutto il tempo per riflettere, per ipotizzare e per costruire conoscenze. Conoscenze che vengono costruite attraverso attività pratiche, di manipolazione di materiali semplici e di riciclo, come cannucce, carta, elastici, spaghi; anche la tecnica dell’origami nello studio della geometria è ampiamente utilizzata, perché facilita la creazione di dinamiche educative inclusive, come ad esempio il Learn by doing e il Visual thinking ed inoltre favorisce un approccio all’argomentazione e il successivo passaggio alla dimostrazione. Vengono progettate inoltre delle attività laboratoriali che abbinano la piegatura della carta all’uso di software di matematica dinamica come GeoGebra o il sito internet Mathigon.
Dunque, l’attuazione della DADA nasce dall’idea di valorizzare il buono del nostro sistema educativo, colmare il gap con i best performer europei, migliorare ed incrementare il successo scolastico di ciascuno studente favorendone dinamiche motivazionali e di apprendimento efficaci per l’acquisizione delle abilità di studio proprie del Lifelong Learning.
IC Rita Levi Montalcini Civitella-Torricella (TE)
DS PhD Sandra Renzi
https://www.icritalevimontalcini.civitellatorricella.edu.it/
L’Urlando Spaesato al FantasyWood.
Un Progetto pilota crossover primaria-secondaria
Docenti referenti Elena Cicconi e Barbara Diletti per la scuola primaria di Torricella Sicura, pluriclasse Valle Castellana, Rocca Santa Maria ed Elisabetta Betty L’Innocente per la scuola secondaria di primo grado di Civitella del Tronto e Villa Lempa.
Un ringraziamento a tutti i docenti e le docenti che hanno supportato il progetto.
Un istituto comprensivo di circa sedici plessi in cinque comuni. Realtà logisticamente lontane e, all’apparenza situazioni impervie, piene di imprevisti dettati dai fenomeni atmosferico-ambientali e antropici. Neve, frane, smottamenti, terremoti, spopolamento. Sebbene abusata nella sua accezione e nella sua caratterizzazione -qui- la parola resilienza trova la sua forgia, trova il suo locus amoenus. Addirittura la sua metamorfosi. Da resilienza a rinascenza. Ogni volta che qualcosa di disastroso accade, in questi luoghi c’è la pervicacia per reinventarsi e tornare a nuova vita. Un paesaggio educativo composto dalla comunità educante tutta. Scuola, istituzioni, territorio. Non una sopravvivenza ma una vitalità nella ricerca di nuove strade per (r)esistere.
Ecco che nel 2018 L’IC Civitella Torricella entra a far parte del Movimento delle Piccole Scuole di INDIRE https://piccolescuole.indire.it/
Un importante volano per la ricerca-azione e la sperimentazione. Nel 2020, proprio in seno alle Piccole Scuole, nasce il progetto “Spaesi. Un laboratorio di geografia fantastica. Scritture in rete intorno alla Grammatica della Fantasia di Gianni Rodari del Movimento «Piccole Scuole»”.
[1]https://www.indire.it/2021/11/25/online-il-volume-spaesi-un-laboratorio-di-geografia-fantastica/#:~:text=Spaesi%20%C3%A8%20un%20laboratorio%20di,della%20fantasia%20(1973)%20di%20Gianni
Scoppia anche la pandemia e comincia la didattica a distanza ed insieme ad essa la narrazione di un tempo sospeso.
Le insegnanti della scuola primaria Elena Cicconi e Barbara Diletti sono costrette a spostare gli elfi, i maghi, le streghe e tutti i bambini del Fantasy Wood, dalla LIM delle piccole classi montane e pedemontane e portare il mondo magico ed incantato nei loro pc. Costruire un ponte immaginifico con i bambini. Una nuova vicinanza nella distanza. La scuola, nella persona della Dirigente Sandra Renzi, provvede a tenere i legami saldi, i ragazzi ricevono tutti gli strumenti per potersi connettere e non spezzare nessun filo di continuità con i loro docenti. I genitori sono presenti e contribuiscono a tenere saldo questo legame. Ma i bambini hanno bisogno di sperare e di immaginare.
Il Fantasy Wood è uno spazio fantastico, immaginato dai bambini della primaria. Un bosco della fantasia dove tutto può accadere e dove la natura ha il sapore dei biscotti e delle caramelle gommose. Nel Fantasy Wood entrano storie di tutti i generi, perché nascono lì. Da qualche albero di pasta-frolla pendono i finali e su qualche zolla biscottosa spunta un personaggio o un’invenzione. Nel bosco magico c’è spazio pure per gli errori che quando arrivano scivolano, inciampano, fanno una gran confusione e i bambini se li mangiano. C’è l’eco di Rodari in questo bosco della fantasia. C’è la grammatica della fantasia e così anche i numeri si nascondono nelle torte e se hai bisogno i bambini te ne portano un pezzo. C’è un sentiero magico fatto di storie e di incantesimi; uno scrigno prezioso che custodiscono le maestre per i loro bambini. Questi bambini stanno crescendo, nell’evoluzione delle loro storie rimarrà questo nostro contingente virulento e ,con esso, tutta una narrazione. Capire, parlare, condividere, metabolizzare, narrare, filmare, diviene un esercizio necessario alla comprensione critica e meta-cognitiva dell’evento. Narrare uno spillover attraverso un altro salto. Quello tra classi, quello tra età differenti, quello tra scritture, tra discipline.
E’ di scrittura collaborativa tra classi di ordini di scuola differenti che si parla nel progetto intrapreso. La secondaria di primo grado del plesso di Civitella del Tronto era immersa nella contemplazione, raccontando il presente ed il passato per immagini. Usando il linguaggio multimediale e dell’audiovisivo per raccontare, per esprimersi e per capire. Un linguaggio inclusivo e divergente. Il linguaggio caro al cinema. Il linguaggio delle arti, del cinema, della musica e del teatro , accompagnati dalla prof. Elisabetta L’Innocente. Ecco, che allora i personaggi dell’Orlando Furioso escono dalle ottave ariostesche, si incontrano tra gli ipertesti di Calvino e di Rodari e piombano nel Fantasy Wood. L’ibridazione letteraria sprigiona una propulsione magica e avvengono tre incontri online. A questi incontri partecipano i genitori e i docenti della primaria e della secondaria. I ragazzi interagiscono, scrivono, si raccontano. Orlando diventa Urlando. Non è più furioso ma è spaesato perché il virus è in fabula. Angelica si sdoppia e, una delle due, decide di rimanere nel bosco incantato. Gli oggetti magici non aiutano solo l’ippogrifo, che nel frattempo è entrato con tutta la ciurma attraverso uno stargate temporale, dimenticandosi di Astolfo. Forse, in questo luogo, non è urgente ritrovare il senno ma stare insieme e raccontarsi. I più grandi lanciano sfide letterarie ai più piccoli. Entra la tecnologia. Dapprima entra la connessione nel Fantasy Wood grazie ad una parabola -bricolage-brevettata dal piccolo Albert. Poi arrivano le immagini. Sono immagini prese in prestito dall’animazione . Sono immagini animate che i ragazzi della seconda media insegnano ad usare ai bambini di quarta e di seconda elementare di Torricella e alla pluriclasse di Rocca Santa Maria. Basta una interconnessione di idee, un fluire di suggestioni ed il naturale tutoraggio tra grandi e piccoli prende il via. Anzi, sono i più piccoli a stupire i più grandi! Prima dei saluti finali,poiché l’anno volge al termine, entra una nuova suggestione nel fantasy wood. Gli animali fantastici. Li porta la maestra Barbara sotto forma di meravigliose creature, ibride di specie. Come la maestra Elena aveva mixato le storie e la prof della secondaria le aveva animate coi ragazzi. Ma questi animali fantastici nascondono un segreto. Il tartafino, metà tartaruga e metà delfino, aiuta tutti noi a trovare le peculiarità e non le brutture. Il particolare eccezionale e non sempre e solo l’errore.
Key words del Fantasywood:
- Inclusione
- Fantasia
- Scrittura collaborativa a distanza ( plessi distanti, docenti di diversi ordini e gradi, classi aperte)
- Multidisciplinarità
- Linguaggi divergenti delle arti e delle scienze
- Digital storytelling
- Uso consapevole e responsabile del digitale
- Service Learning (territorio e attori esterni)
- Dialogo euristico
Alcuni momenti salienti
Classi in rete. Un modello di comunità in Storie di ordinaria (In)differenza
docente referente del progetto: Elena Cicconi
animatore digitale: Barbara Diletti
si ringraziano tutti gli attori esterni, i docenti e le docenti, i dirigenti e le dirigenti, i collaboratori, tutte le famiglie, tutti i discenti coinvolti.
«L’indifferenza racchiude la chiave per comprendere la ragione del male, perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore. L’indifferente è complice. Complice dei misfatti peggiori. L’alternativa, diceva Don Milani, è I CARE, “me ne importa, mi sta a cuore” […]».
Questa è una citazione tratta dalla spiegazione della parola INDIFFERENZA contenuta nel Dizionario Zingarelli 2020. È stata scritta da Liliana Segre, senatrice a vita.
L’etimologia di indifferenza deriva da in-differente. “In” è dunque una negazione, “in-differenza” è il contrario. La negazione totale della differenza, è l’atteggiamento di chi non sceglie da che parte stare. E se dunque siamo le parole che usiamo e siamo i gesti che compiamo perché non fare la differenza? Quale allora la weltanschauung dell’essere umano-persona? Problematizzare i grandi temi della storia e dell’etica e portarli in classe attraverso tutti i linguaggi, persino sfruttando il terzo spazio mediale offerto dalla didattica a distanza. Disseminando buone pratiche atte alla sensibilizzazione, all’inclusione, alla nascita dello spirito critico per crescere cittadini europei e consapevoli, digitali e attivi nella società del futuro. E dunque partendo dalle memorie dei luoghi, della storia locale, dalle emozioni che viviamo in questo tempo sospeso, per analogia vicino ad alcuni periodi storici più difficili, possiamo trovare un punto di incontro comune. Possiamo condividere la nostra storia con altre storie. Possiamo unire e possiamo narrare. I territori che ci delineano sono luoghi segnati da fenomeni antropici e sismici importanti. Sono luoghi che portano le ferite del tempo, ma è da quelle ferite che filtra la luce. Anche questa volta, con la pandemia in corso. La narrazione non si è fermata ed è affidata ad un coro di giovani voci che riscoprono e ricercano pur nelle difficoltà delle connessioni, delle infrastrutture, delle precarietà e dalle incognite del contingente. Parlare di indifferenza proprio ora per non rischiare di perdersi. Guardare l’altro e condividere, perché siamo i gesti che facciamo e le parole che usiamo. Colmare le distanze e fare rete. Incontrarsi e conoscersi, coniugare le discipline con obiettivi comuni, verticali. Una sperimentazione che diviene metafora di incontro e analogamente di scambio.
Il metodo didattico e l’attività presentata sono il frutto di un percorso ricerca- azione del Laboratorio “Pratiche didattiche basate sulle tecnologie in situazioni di pluriclassi e isolamento” realizzato grazie alla collaborazione tra USR Abruzzo, Indire – Piccole Scuole, IUL (L’università on line per la società che cambia) e i ricercatori e docenti della Rete École en réseau del Quebec.
Il modello didattico “Classi in rete” punta alla progettazione della pratica didattica condivisa in linea con i percorsi di studio dei cicli scolastici della scuola primaria e secondaria di primo grado e diviene parte integrante dell’attuazione di differenti forme di curricola nella piccola scuola, consentendo di superare le difficoltà inerenti pluriclasse e isolamento attraverso situazioni arricchite dall’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC). Il modello Classi in Rete ha acquisito un valore aggiunto, quando è divenuto sperimentabile durante l’emergenza del distanziamento sociale. Pertanto una rimodulazione dei tempi ha consentito al gruppo di lavoro di avere pronto un percorso didattico capace di rispondere alla sfida del contingente.
Nella rinnovata centralità dell’educazione civica, a partire dalle Indicazioni Nazionali e dalle Linee Guida, che rappresenta il fulcro della crescita del cittadino del domani, si propongono agli alunni “Storie di ordinaria Indifferenza” che il tempo, non troppo remoto, riporta alla luce attraverso testimonianze e ritrovamenti. La memoria è l’insegnante che opera il cambiamento facendo leva su consapevolezza ed etica. Il carattere squisitamente interdisciplinare dell’educazione civica, unisce differenti discipline ed ambiti di studio di docenti ed alunni di secondaria e primaria, in una continuità orizzontale, verticale e partecipata che sconfigge le distanze territoriali grazie all’uso della tecnologia e alla costruzione di conoscenze reali e pregnanti in una comunità in rete. Le classi si gemellano e fondono in un’unica classe che collabora a distanza. L’ambiente di apprendimento diventa virtuale e molteplice come gli spazi che si utilizzano per portare avanti le specifiche attività progettate. Si attua la DAD nella DAD, se si pensa all’organizzazione dello spazio educativo che fa entrare dall’aula virtuale in altri ambienti sempre virtuali. Si apre un nuovo scenario che promuove la possibilità e l’opportunità di utilizzare il rinnovato ambiente di apprendimento in digitale, anche in futuro, ed in presenza dalla propria classe per abbattere distanze territoriali e sociali.
Ordine di scuola e classi coinvolte:
SCUOLA PRIMARIA:
Istituto Comprensivo Civitella –Torricella (TE)
- Classe 3^A del plesso di Torricella Sicura
- Pluriclasse 3^-4^-5^ del plesso di Civitella del Tronto
Istituto Comprensivo Balsorano (AQ)
- Classe 5^ del plesso di Balsorano
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO:
Istituto Comprensivo Civitella –Torricella (TE)
- Classe 2^del plesso di Civitella del Tronto
- Classe 3^del plesso di Civitella del Tronto
Istituto Comprensivo Isola del Gran Sasso – Colledara (TE)
- Classe 2^del plesso di Colledara
Il Service learning finale:
https://www.facebook.com/100012769390170/videos/1193682767734025/
key words
- memoria
- luoghi-spazi-storie
- ricerca-azione
- sperimentazione
- laboratorio
- verticalità
- trasversalità
- multidisciplinarità
- transdisicplinarità
- paesaggio educativo
- ambiente di apprendimento allargato a distanza
IC Enrico Fermi Alba Adriatica (TE)
https://www.icalbaadriatica.edu.it/pagine/scuola-secondaria
DS in reggenza Dott.ssa Laura D’Ambrosio
La Bellezza abita qui, nella Meraviglia del quotidiano
docente referente prof.ssa Giada Marziale
“Amo questo posto – racconta Michela, una giovanissima studentessa di 11 anni – perché mi fa ricordare mio nonno Francesco […] Immagina di essere qui, seduto sul porticato, con un cielo stellato, con tutte le lucciole che girano tra gli alberi e il canto delle cicale. Per me questo è un posto magico e per sempre lo sarà.”
La bellezza esiste già, va solo lasciata emergere e poi restituita da uno sguardo, a volte afferrata dalle profondità più nascoste e misteriose, altre volte, invece, catturata nelle pieghe della quotidianità e in tutto ciò che abbiamo attorno. Ed è proprio questa bellezza che lascia, a chi la sa cogliere, l’emozione della meraviglia, quella che si imprime nell’animo per la sua gratuità, in un inno di autenticità e positività insieme. Ma come riconoscerla? E come darle valore?
Si rafforza sempre di più la consapevolezza che non è il patrimonio culturale, materiale o immateriale, a generare da solo valore, se non viene investito dal capitale culturale e creativo da parte di cittadini che ne diventano consapevolmente titolari. “Una titolarità partecipata – come si legge nel Manifesto Ventotene digitale 2021 – a partire dall’immagine della cultura come bene comune.”
Molto spesso sono i giovani a dirci come fare riuscendo dove gli occhi degli adulti non sanno guardare: si addentrano in uno spazio di creatività che trova nella bellezza, in tutte le sue forme e contaminazioni, l’unica sua traccia e la sola strada possibile.
Abbiamo lasciato questo spazio narrativo alle giovani studentesse e ai giovani studenti della Scuola Secondaria di I grado dell’Istituto Comprensivo “Enrico Fermi” di Alba Adriatica che, abbandonando la dimensione misurabile della geografia, hanno rivolto la loro attenzione alla sfera umana e soggettiva realizzando delle storie per immagini che raccontano di geografie personali: ecco allora che la narrazione identitaria contribuisce a creare consapevolezza della bellezza di ciò che ci circonda e svela il rapporto di profondo attaccamento che lega le persone ai luoghi. Come li percepiamo? Quali sono le nostre proiezioni su di essi? Quali sentimenti muovono? Quali significati gli attribuiamo? Accade così che la casa dei nonni in campagna, un albero vicino casa, il proprio quartiere, il mare, la montagna si fanno patrimonio culturale, personale e identitario dei giovani studenti, luoghi non solo geografici ma del cuore, che ciascuno modella attraverso la propria esperienza, la propria cultura, l’emotività e la fantasia.
Si comprende in tal modo che ogni cosa intorno ci appartiene ed è bellezza raccontabile e che la scrittura è una meravigliosa opportunità per raccontare il mondo, se stessi e gli altri; proprio quell’arte dello scrivere che per Mario Lodi e don Milani non fu semplice retorica ma strumento di rivelazione del sé.
“Ri-formulare il presente attraverso le immagini. – Si legge ancora nel Manifesto Ventotene digitale 2021 – Memorie e narrazioni. Conservare, condividere, filmare, ri-esportare le narrazioni future per sviluppare competenze ed empatie contemporanee.”
‘La scuola allo schermo’ INDIRE PICCOLE SCUOLE
Linguaggi inclusivi e divergenti
docente referente Prof.ssa Elisabetta Betty L’Innocente IC Rita Levi Montalcini Civitella Torricella (TE)
DS PhD Sandra Renzi
La genesi del progetto
La Scuola allo schermo è una raccolta di risorse audiovisive rivolta ai docenti, ai dirigenti scolastici, a chi studia, fa ricerca o formazione nei contesti educativi propri delle piccole scuole e, più ampiamente, a chiunque nel mondo della scuola voglia approfondire, mediante le fonti audiovisive, temi sociali, culturali ed economici. Un repertorio ragionato di film, documentari, cortometraggi, interviste e altri materiali di finzione, per un viaggio tra le culture educative, i metodi e gli strumenti didattici, le innovazioni, il rapporto con i territori e con la società in Italia e non solo.
Ogni fonte filmica individuata viene accompagnata da una sinossi del film e da una presentazione del regista al fine di renderla, insieme alle proposte didattiche suggerite, una risorsa educativa, in particolare per il primo ciclo, creando un terzo spazio virtuale per una scuola aperta e diffusa.
Usare le immagini a scuola. Dare forma alle parole attraverso le immagini. Qualche esempio nella scuola del primo ciclo
https://piccolescuole.indire.it/risorse/con-il-vento/
Attività multidisciplinari particolarmente indicate come laboratorio, a distanza, volte alla progettazione di esperienze di Civic Education (Agenda 2030- Cittadinanza digitale attiva)