Questo numero di Culture Digitali, il sesto, ad un anno dell’avvio della rivista, è incredibilmente ricco di approfondimenti e suggestioni che ci indicano la strada e ci sostengono e ci confortano nelle scelte delle attività, cosi come descritte nei documenti programmatici e di contesto promossi da #DiCultHer, quali il “Manifesto Ventotene Digitale” e la Carta di Pietrelcina, che hanno segnato momenti rilevanti di riflessione per la promozione di concrete azioni che pongono la “Cultura” al centro del “Progetto d’Europa” nel suo essere “bene comune” e dispositivo fondamentale di coesione sociale, legate alla Ricerca, all’Alta formazione e all’Educazione scolastica.
Un numero questo della nostra rivista che mette in evidenza il forte senso di appartenenza dei molti autori che vi hanno contribuito a renderlo davvero “speciale”, a cui va uno speciale e sentito ringraziamento. Un numero speciale che ci conforta sul piano progettuale e programmatico, che mette in evidenza il messaggio guida che #DiCultHer ha intercettato in questi ultimi anni e nelle cui istanze si è identificata: “Ripartire dalla cultura come bene comune e come condivisione”. Non uno slogan, ma un presupposto indispensabile per la crescita sociale, culturale ed economica sostenibile che #DiCultHer ha ripreso e rilanciato anche in Europa, per ridisegnare la prospettiva di interventi in direzione del rafforzamento dell’identità europea e del suo sviluppo sociale nella vita, nel lavoro, nella condivisione dei valori comuni.
In quest’ottica l’invito dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per un nuovo Bauhaus europeo, assume un significato ancor più rilevante, quasi utopico: concentrare l’attenzione per re-immaginare una vita sostenibile in Europa, sulla formazione e l’educazione delle “risorse umane” in modo da orientare qualitativamente e con fiducia la nostra “rinascita” (Gianni Letta, introduzione al libro Conoscenza, competenza, creatività, crescita. Editori Laterza, 2021).
Valori essenziali che l’Europa ci ripropone come presupposto base ad ogni politica di ricostruzione e sviluppo e come premessa indispensabile per ogni piano di finanziamento, mediante la formazione e lo sviluppo di una nuova “società della conoscenza”, che prenda le mosse dalla risorsa più importante che possediamo, ovvero il “capitale immateriale”, il “capitale umano”, e cioè le persone, l’io e il noi: i nostri giovani!
L’occasione ci sarà data dal coinvolgimento attivo delle nostre studentesse e dei nostri studenti al “nuovo Bauhaus europeo” , ricordandoci che come il movimento Bauhaus, oltre cento anni fa, assunse rapidamente una dimensione internazionale, influenzando e plasmando il pensiero creativo e il design in tutto il mondo e come, l’ingegnosa avanguardia del Bauhaus ha inciso concretamente sulla transizione sociale ed economica verso la società industriale del XXº secolo. Oggi, come ci ricorda la presidente Ursula von der Leyenabbiamo bisogno di un nuovo Bauhaus per rendere “sostenibile l’economia dell’UE”. Per farlo c’è bisogno dell’impegno di tutti e la chiave di volta per cambiare la vita, le teste, i malcostumi, le brutte abitudini e formare le nuove generazioni è “Ripartire dalla cultura come bene comune e come condivisione”.
Se le indicazioni che ci provengono dal Nuovo Bauhaus europeo, dal Manifesto Ventotene Digitale e dalla Carta di Pietrelcina, rappresentano lo scenario culturale di riferimento per la programmazione delle attività di #DiCultHer e gli obiettivi per riappropriarsi della titolarità partecipata all’Europa ripartendo dalla Cultura come bene comune per una nuova “Megàle Hellàs”, la nostra rivista Culture Digitali, grazie ai tanti autorevoli autori, sta rappresentando il momento degli approfondimenti, delle visioni, della condivisione delle esperienze, fondamentali per rinnovarsi sia negli approcci, sia nei metodi e nelle prospettive per “agire” nelle prospettive delineate nei sopra descritti documenti.
Prospettive che danno corpo e senso all’agiretra DiCultHer ed alcune Organizzazioni culturali italiane con le quali #DiCultHer condivide una “visione comune” che ha sempre mirato a consolidare la collaborazione tra le parti per costruire un’offerta educativa/formativa integrata e innovativa per un’Europa sostenibile, che mette al centro la ‘creatività’ dei nostri giovani nella strutturazione della nuova Cultura Digitale per innovare nell’educazione al e con il patrimonio, e per sostenere l’attitudine al cambiamento attraverso la consapevolezza che la cultura e il digitale possono esserne una formidabile leva per un’idea rinnovata di “spazi di apprendimento”, per immaginare “un’Europa splendente, ospitale e pulita, dove il sole costituisce la primaria fonte di energia. Il sole che dona forza alle piante e agli animali e fa crescere bambini e giovani. Il sole dell’intelligenza, capace di dirimere l’oscurità dell’ignoranza e della violenza, può darci felicità e saggezza”.
Dobbiamo farlo e possiamo farlo!! Perché proprio in questi momenti di difficoltà abbiamo visto l’inestimabile capacità di resistenza e resilienza di molte, anzi moltissime persone, dinanzi alle problematiche poste dalla pandemia e in questo momento posta anche dalla guerra in atto nel centro dell’Europa. Sono questi segnali importanti di rinascita da valorizzare e da coltivare perché ravvivano il senso di appartenenza ad una comunità, il percepire di essere persone, esseri umani, ma anche cittadini, di slancio e com-passione verso gli altri, esempio e testimonianza.
Esempio e testimonianza di cui troviamo segno da parte di tutti gli autori, in questo numero speciale della nostra rivista.
Grazie a tutte/i
Carmine Marinucci
Giovanni Piscolla