Il paradigma cooperativo della rete di istituti abruzzesi. Un Faro all’orizzonte per la scuola che verrà

a cura di Elisabetta Betty L’Innocente

Abstract

Dans les moments les plus pénibles de ma vie – et notre génération semble née sous le signe des grands bouleversements sociaux – lorsque l’horizon est comme barré par des catastrophes successives, ce n’est point dans l’enseignements des philosophes dont on m’a imposé autrefois la lecture, que je vais chercher apaisement et même espoir. Je revois mes sources.

Freinet, 1960 in Barré, 1996

1.Breve presentazione del contesto in cui si opera

L’ I.C. Nereto -Sant’Omero comprende i comuni di Nereto, Sant’Omero e Torano Nuovo: piccoli ma nevralgici centri (il Piano territoriale provinciale considera Nereto presidio didattico e culturale, Sant’Omero quale polo sanitario) appartenenti all’Unione dei Comuni della Città Territorio della Val Vibrata, che si estendono nella zona collinare dell’omonima vallata.

Gli alunni che frequentano le scuole dell’Istituto provengono da famiglie con indice socio-culturale medio e l’economia è caratterizzata da medie e piccole imprese. Da qualche anno la scuola accoglie alunni di cittadinanza non italiana in numero consistente ovvero oltre il 25% della popolazione scolastica su un totale di 1180 alunni.

Ho assunto la reggenza dell’ IC di Alba Adriatica, un paese della costa vibratiana in provincia di Teramo, per l’a.s. 2021-2022.

https://www.icalbaadriatica.it/

Sono Dirigente Scolastico dal 2007. Dopo tre anni in cui ho diretto Istituti Tecnici e Professionali, dal 2010 ricopro il ruolo attuale nell’I.I.S. “Delfico-Montauti” (Liceo Classico., Liceo Musicale e Liceo Artistico). Dal 2011 al 2020 ho avuto la reggenza del Convitto “Delfico”, divenuto autonomo dal 1° Settembre 2020. Sono molto impegnata nel sociale e nell’organizzazione di eventi di carattere culturale (CPO del Comune di Teramo, Fondazione Veronesi, Fondazione Celommi, FAI, FIDAPA, Teramo Nostra, Caritas, etc.) , come pure in attività sportive.

Il “Delfico-Montauti”, che ho il vantaggio di conoscere bene in forza di 23 anni di servizio  in qualità di docente di Greco e Latino e di incarichi di responsabilità, è storico punto di per la collettività ed ha una forte identità culturale grazie al ricco patrimonio professionale. E’ sito in una posizione centrale e la condizione economica degli utenti è indicativamente medio-alta; elevata è la valorizzazione del titolo di studio. La scuola si articola in sette indirizzi che ne rendono complessa la gestione.

Dopo la laurea a Padova in Lettere Classiche, ho insegnato Italiano e latino per 13 anni al Liceo Classico di Teramo. La mia attività di dirigente scolastico si è svolta dal 2013 ininterrottamente nell’Istituto Comprensivo Montorio-Crognaleto. Significativa negli ultimi anni l’esperienza di dirigente reggente del Liceo Artistico “F.A.Grue” di Castelli, piccolo borgo abruzzese famoso per la sua produzione ceramica.

 https://www.liceoartisticogrue.edu.it/

È un impegno professionale complesso prendersi cura di due istituzioni scolastiche che  condividono la sorte di trovarsi in comuni del cratere sismico e dell’area interna, ancora segnati dagli eventi calamitosi e già interessati da un processo di spopolamento che non accenna ad  arrestarsi. 

In questo contesto, l’espressione “comunità educante” assume un significato pieno e solido, che  prende forma in un rapporto tra scuola e territorio sempre più fitto e produttivo, animato dalla  consapevolezza dello straordinario valore formativo rappresentato dal patrimonio storico,  naturale, paesaggistico e culturale dei luoghi in cui viviamo. 

Per consolidare la rete di collaborazioni e facilitare l’organizzazione didattica, nella fase più acuta  dell’emergenza sanitaria, si è formalizzato un patto educativo di comunità che offre strumenti operativi concreti al progetto di scuola inclusiva che vogliamo realizzare. 

É il faro del nuovo umanesimo a orientare la ricca offerta formativa degli istituti, intessuta di  saperi, metodologie e linguaggi diversi per educare i bambini e gli adolescenti a essere responsabili  cittadini del pianeta. 

Dopo aver svolto la professione di insegnante di Lettere per 15 anni in Lombardia ed in Abruzzo, in seguito a superamento di Pubblico Concorso, sono diventata Dirigente Scolastico nell’as 2014/15, scegliendo come sede di destinazione l’Istituto Comprensivo “S. Pertini” di Martinsicuro (Te) dove svolgo ad oggi il mio ruolo. Tra le sfere di interesse: 

la Valutazione, in tutte le sue dimensioni: interna, esterna, di Sistema. Infatti è membro dei Nuclei di Valutazione Provinciali di Valutazione dei Dirigenti Scolastici della Regione Abruzzo; l’Intercultura e l’Inclusione.

Il contesto in cui opero è caratterizzato da un’alta percentuale di alunni con cittadinanza non italiana pari al 25%, pertanto le proposte didattico-formative risultano fortemente influenzate dalla cornice interculturale. L’Istituto è capofila della RETE MULTICULTURALE d’Abruzzo e risulta promotrice di diversi progetti FAMI/MIUR che si realizzano in tutte le scuole multiculturali della Regione. 

L’Indirizzo musicale, la curvatura didattica verso la dimensione europea del Curricolo interno, l ‘attenzione agli alunni con BES fanno della scuola un punto di riferimento per la città e per i suoi stake holders. Dai RAV degli ultimi anni la scuola risulta avere tra i suoi punti di forza la cura e l’attenzione per la diversità intesa come Bisogni Educativi Speciali nella sua più ampia accezione.

Note biografiche

Laureata in Sociologia ed è master di Programmazione Neurolinguistica. Ho conseguito il Dottorato di Ricerca in “Linguaggi, culture e politiche della comunicazione presso l’Università degli Studi di Teramo. 

Sono stata incaricata dalle Università di Macerata, L’Aquila e Chieti-Pescara per insegnamenti di Metodologia e didattica generale e per i laboratori di Pedagogia Speciale. Presso l’Università di Teramo conduco i workshop di scrittura creativa. 

Ho curato rubriche di didattica su riviste nazionali, pubblicato testi di progettazione formativa e racconti per ragazzi. In particolare, Astolfo nello spazio, Ricerche&Redazioni, Teramo, 2009, è stato il primo testo multimediale con introduzione dei QRcode, pubblicato in Italia, quindi presentato al Salone del libro di Torino e al Barcamp per l’innovazione digitale di Venezia. 

Mi occupo di processi culturali attorno alla Memoria della Shoah e svolgo attività di formazione e di consulenza per i docenti, anche presso il Centro di Lingua e Cultura italiana di Toronto.

La scuola

L’Istituto Comprensivo che dirigo comprende una vastissima realtà territoriale inclusa nei bacini montani del Parco Nazionale Gran Sasso e dei Monti della Laga. I vincoli e le difficoltà posti dalle distanze, dallo spopolamento dei piccoli territori e dalle calamità naturali, costituiscono da tempo una opportunità per organizzare ambienti di apprendimento aumentati dalle tecnologie digitali e per sperimentare nuove forme di costruzione del sapere, attraverso intelligenze e risorse umane interconnesse. Dal 2017 il nostro Istituto  fa  parte  della  rete  delle  Piccole Scuole dell’INDIREhttps://piccolescuole.indire.it

La partecipazione alla rete ha messo a disposizione risorse e strumenti per superare l’isolamento dei piccoli plessi e adottare modelli didattici funzionali alla gestione delle pluriclassi. Ha inoltre offerto qualificate opportunità formative per i docenti attraverso accordi nazionali e internazionali con altre istituzioni che promuovono ricerca e buone pratiche educative.

2. Quale esperienza significativa ha svolto la sua scuola durante la pandemia?

Oltre all’utilizzo di G-suite, già in uso da settembre del 2019, per la gestione della creazione e condivisione di documenti con la classe (es. Classroom, Drive), per la comunicazione (Meet), per la collaborazione, per la creazione e pubblicazione di minisiti e blog su tematiche interdisciplinari.

Una delle esperienze più significative durante l’emergenza pandemica è stata quella della creazione di iconografie digitali da parte degli alunni della scuola primaria che hanno riprodotto, alla stregua di tableaux vivants, famosi dipinti del secolo scorso. Un approccio all’arte e alle nuove tecnologie vissuto con entusiasmo dagli alunni e dalle stesse loro famiglie.

Numerose sono state le esperienze  svolte   durante la pandemia. Enumero le più significative:

“Ascoltiamoci “, sportello di ascolto a distanza  per gli alunni del biennio all’interno di in progetto ministeriale;

Contracovid, sportello di ascolto a distanza per gli alunni del triennio con  l’intervento di esperti del territorio;

Progetto MASL , con percorsi di cultura a distanza;

Progetto “Legalità e merito nelle Scuole”., organizzato nell’ambito del Protocollo di Intesa tra MI,Min Univ. e Ricerca, Min. Giustizia, Aut. Naz. Anticorruzione, Dir.Naz. Antimafia, Cons. Sup. Mag e Univ. Luiss G.Carli. Con un video sul tema del riciclaggio del denaro nel gioco d’azzardo gli alunni hanno vinto il primo premio nazionale e due borse di studio per la Summer School della Luiss;

Progetto “Lo impari a scuola”, organizzato dalla Consulta Provinciale degli studenti di Teramo, d’intesa con l’USP e con il patrocinio della Provincia di Teramo.  Gli studenti si sono aggiudicati il primo premio con un prodotto multimediale relativo alla violenza di genere e all’omotransfobia;

Progetto “Siamo sulla stessa barca” (Storie di Covid ed altro), con Consorzio Solidarietà Aprutina;

Progetto “Costruire ponti e non muri” (Sulle relazioni con l’Altro in quanto Persona), con Caritas Diocesana Teramo Atri.

La prima fase della pandemia, con il lungo periodo di sospensione delle attività in presenza, ha  visto prodursi il personale docente in un immediato e generoso sforzo di trasformazione delle sue  pratiche didattiche. L’organizzazione della scuola a distanza è avvenuta in brevissimo tempo,  portando avanti la duplice impresa di provvedere alla completa dotazione degli strumenti tecnologici e di lavorare sulle competenze digitali del personale docente, degli alunni e anche delle  famiglie che necessariamente questo processo di adeguamento metodologico dovevano  supportare. Con la ripresa delle attività in presenza a settembre 2020, pur con le limitazioni e le  misure di sicurezza imposte dalla perdurante emergenza sanitaria, l’impegno straordinario del  personale scolastico è andato nella direzione di riguadagnare progressivamente sempre più spazio  alle esperienze educative significative e coinvolgenti, capaci di restituire agli alunni e alle alunne le  occasioni di socialità e di apprendimento “in situazione” sacrificate in parte durante la DAD. Tra i tanti percorsi laboriatoriali progettati per questa ripresa in presenza, ha avuto un particolare  rilievo un progetto di rete realizzato nell’ambito del piano nazionale Cinema per la scuola, nella  sezione “Visioni fuori luogo”, con l’obiettivo di scoprire e valorizzare il patrimonio culturale  materiale e immateriale del territorio attraverso il linguaggio dell’audiovisivo. L’attività ha avuto  senz’altro il merito di ristorare sul piano emotivo e motivazionale una comunità comprensibilmente provata dall’esperienza della pandemia, ma ha anche mostrato, una volta di  più, le potenzialità formative dei linguaggi non verbali e multimediali nella didattica dei nostri  giorni. 

Durante l’evento pandemico degli as 2019/20 e 2020/21 la scuola ha cercato di colmare la distanza con gli allievi mettendo a disposizione un numero considerevole di dispositivi e di strumenti smart di connettività. L’obiettivo è stato quello di raggiungere tutti, di mantenere con tutti un dialogo educativo che rischiava di interrompersi. Quello che si mostrava come un forte vincolo è divenuto con il passare dei mesi un’opportunità di crescita professionale per i docenti che hanno sperimentato ciò che avevano appreso negli anni precedenti nei numeri percorsi di formazione sugli argomenti di “digitale”. Tra le esperienze più rilevanti si può citare l’esecuzione dei saggi musicali delle classi di strumento di fine anno su piattaforma.

In primis, abbiamo aperto un significativo dibattito collegiale sull’ambiente di apprendimento aumentato dalle tecnologie digitali. Nella contingenza spaziale che vivevamo, c’era il rischio che l’emergenza appiattisse le percezioni dei docenti sull’uso dello strumento, solo per connettersi a distanza. Ho ritenuto, invece, che la criticità in atto potesse essere una opportunità per ripensare l’ambiente di apprendimento, comprendendo nel nostro orizzonte anche l’ambiente virtuale, inteso come spazio ulteriore di conoscenza, di relazioni, di vita. 

In questa prospettiva, un gruppo di docenti coordinati dalla prof.ssa di Elisabetta L’Innocente ha pensato e attuato, in continuità verticale, un progetto interdisciplinare di scrittura collaborativa in rete, che ha fatto ricorso sistematico a tutti i codici linguistici e comunicativi, dai più antichi ai più moderni offerti dalla rete e ha incluso l’intera comunità educante. Le classi di ordini di scuole differenti si sono gemellate e fuse in un’unica classe, che ha dialogato e narrato a distanza un tempo sospeso, difficile a dirsi. Capire, parlare, condividere, metabolizzare, filmare, esprimere, è stato l’esercizio necessario alla elaborazione emotiva e alla comprensione critica dell’evento. 

Il progetto si è posto inoltre in continuità con quanto già in atto nelle classi, con il laboratorio di narrazione “Urlando spaesato nel Fantasy Wood”, il quale ha acquisito un valore aggiunto quando è divenuto sperimentabile a distanza. Una rimodulazione dei tempi ha consentito al gruppo di lavoro di calibrare il percorso didattico per rispondere alla sfida del contingente. Collaborative Learning, Peer Learning, Argumentative Learning, Problem posing/solving, Learning by doing, Service Learning, Jijsaw cooperativo, Learning Critical Thinking through Deliberate Practice, hanno supportato la didattica a distanza creando un ambiente di apprendimento allargato, inclusivo ed emozionale, supportato anche dalla accurata ricerca testuale. Hanno interagito nell’esperienza circa 50 alunni e 3 docenti curatori: Elisabetta L’Innocente (scuola secondaria), Elena Cicconi, Barbara Diletti (scuola primaria).

L’esperienza della scrittura collaborativa a distanza è diventata anche un modello riproposto successivamente, con il ritorno in aula, per abbattere le distanze territoriali e sociali, colmare il digital divide e supportare la transizione ecologica e digitale. 

3. Come vede l’ingresso delle nuove tecnologie ad uso della didattica?

Il periodo di sospensione intermittente delle lezioni in presenza che ha caratterizzato questi due ultimi anni scolastici ha delineato alcune positive ricadute e opportunità; il rapido recupero e potenziamento delle competenze digitali dei docenti e conseguentemente l’arricchimento del proprio portfolio formativo e del proprio bagaglio esperenziale.

L’ingresso della didattica digitale integrata, in effetti, ha colmato il divario tra le competenze digitali degli insegnanti nei diversi ordini di scuola; fin dalle sezioni della scuola dell’Infanzia ha posto i docenti in condizione di sfruttare più efficacemente le tecnologie applicate alla didattica.

Le tecnologie rappresentano sicuramente uno strumento di supporto e di integrazione a strategie didattiche efficaci e ad un progetto educativo e formativo teso all’acquisizione delle conoscenze  e allo sviluppo di abilità e competenze. Quindi una risorsa aggiuntiva e parallela che amplia e completa l’ambiente di apprendimento e consente di attivare esperienze che prevedono un coinvolgimento attivo da parte degli alunni.

La pandemia, imponendo alla scuola l’impiego delle nuove tecnologie indispensabili ad assicurare  la didattica a distanza o la didattica digitale integrata, ha determinato un’accelerazione fortissima a  processi di innovazione metodologica già in corso. Ritengo che si debba considerare la difficile  congiuntura della “didattica in tempo di covid” come una palestra utilissima per la sperimentazione  delle potenzialità delle risorse digitali.  

Alla scuola è adesso consegnata la responsabilità di trasformare la crisi in opportunità di crescita,  di non disperdere il capitale di esperienza e di competenze faticosamente costruito in questi ultimi  mesi.  

È tutta nostra la responsabilità del buon impiego degli strumenti, dei linguaggi e degli ambienti di  apprendimento messi a disposizione dalle nuove tecnologie. Sono fiduciosa che a questa  responsabilità sapremo far fronte con spirito di ricerca, intelligenza, creatività e buon senso. 

L’ingresso delle nuove tecnologie è orami realtà consolidata nelle aule scolastiche. La presenza di dispositivi ed aule informatizzate è generalizzata; l’utilizzo degli strumenti è quotidiano in quasi tutte le discipline. Rimane da fare un salto di qualità in ordine alla connettività del territorio che, nel nostro caso, è insufficiente. Ciò ha penalizzato in diversi momenti l’attività scolastica. 

Ci stiamo dicendo, e condivido pienamente, che sono una opportunità per ripensare il modo di fare e di essere scuola. Da qui ad assumere una mentalità per interagire con la ricchezza delle informazioni in modo attivo, esperienziale e critico, il passo mi sembra ancora lungo, considerando tutte le eccezioni e le eccellenze, che però non fanno sistema. Siamo generalmente abituati a usare libri e biblioteche in modo passivo, perciò c’è il rischio di ridurre le tecnologie digitali agli atteggiamenti con cui abbiamo usato finora le tecnologie tradizionali, con la differenza di considerarle “più accattivanti” per i ragazzi.  Al momento occorre, soprattutto da parte dei dirigenti, una vigilanza critica sul modo in cui le tecnologie digitali vengono usate e pensate dai docenti e un orientamento professionalizzante di alto profilo culturale. 

4. Conservare la memoria del proprio territorio attraverso la digitalizzazione di alcuni contenuti può essere una buona pratica da proporre a scuola? Avete esempi di narrazione di questo tipo?

Indubbiamente la sfida più allettante è risultata essere quella della digitalizzazione di una ricerca storiografica legata al territorio  che, tra i prodotti  realizzati, ha portato alla creazione di un e-book che raccoglie i lavori delle scuole di tre Istituti Comprensivi e le testimonianze dirette dei tanti esperti che attraverso il loro operato hanno valorizzato, sotto vari aspetti, questa porzione di territorio che abbraccia i Monti della Laga, lambisce il fiume Tronto e le spiagge dell’Adriatico. Un tour virtuale che ha preso avvio dai versi del Canto VIII del Paradiso della Divina Commedia ed ha emozionato e coinvolto tutti gli alunni quali attori protagonisti del proprio sapere.https://www.veratv.it/index.php/2021/06/04/martinsicuro-iniziativa-su-dante-ed-il-fiume-tronto-al-torrione/

Numerosissimi i progetti posti in essere dalla Scuola per la divulgazione e valorizzazione dei beni artistici e naturalistici i cui contenuti sono stati digitalizzati. Mi limito a citarne alcuni:

Progetto Amnes- Itinerari della Valle Siciliana- Il borgo di Castiglione della Valle- Comune di Colledara;

Progetto “Street Art Project”, che ha avuto lo scopo di accrescere la sensibilità degli studenti nei confronti del patrimonio ambientale e storico-artistico della città di Teramo e l’intento di rendere gli alunni cittadini attivi e responsabili. Il potenziamento dei saperi e delle competenze è stato attuato attraverso la programmazione di occasioni di didattica interdisciplinare, attività laboratoriali e soprattutto mediante l’apertura della comunità scolastica al territorio. Nello specifico del progetto gli alunni hanno approfondito la conoscenza della Street Art come nuova forma di decoro urbano, attraverso lezioni teoriche, uscite nel territorio e incontri con gli amministratori comunali; in collaborazione con il Comune di Teramo hanno individuato le criticità urbane e le possibili soluzioni;

Progetto “Riciclati ad arte”, percorso finalizzato non solo a promuovere una approfondita conoscenza delle ultime tendenze dell’arte contemporanea, ma soprattutto a fornire strumenti e metodi di progettazione di un evento artistico-culturale. Gli obiettivi sono stati i seguenti: acquisizione della consapevolezza del disagio ecologico aggravato da un rapporto superficiale tra l’uomo e l’ambiente;  la conoscenza e la sperimentazione delle tecniche della Trash Art; la conoscenza degli aspetti che intervengono nella progettazione di uno spazio espositivo, realizzazione di una installazione con materiali di riuso posizionata in uno spazio urbano in stato di degrado (Piazzetta del Sole- Teramo);

Progetto “Per non perdere la bussola”- Il mosaico diretto- Realizzazione di un mosaico nella Piazza di Morro D’oro-;

Progetto “Inganna l’occhio”- Realizzazione di pannelli murali con la tecnica del Trompe-l’oeil per l’I.C. S. Nicolò a Tordino;

Progetto “Go green Red Blue –Creazione ed esposizione di opere con utilizzo e riciclo di  materiali plastici;

Laboratori di Aerolab (tecnico pittorica ad aerografo)- Artlab (tecnica musiva diretta)- Photolab (Programma di grafica Adobe Photoshop);

Progetto “La scuola adotta un monumento”- Realizzazione di un cortometraggio sulla casa natale  di Melchiorre Delfico  sita nel suggestivo borgo di Leognano ( frazione di Montorio al Vomano, TE).

Negli ultimi quattro anni, con i progetti Paesedentro e Paesedentro seconda edizione, la nostra  scuola ha perfezionato e consolidato pratiche didattiche già precedentemente sperimentate con il  supporto di associazioni culturali e docenti universitari operanti sul territorio nella ricerca sul  patrimonio culturale materiale e immateriale attraverso il coinvolgimento attivo delle comunità nei  processi di conoscenza, consapevolezza e valorizzazione. 

Come strumento privilegiato per favorire la conoscenza del patrimonio culturale del territorio  montano e rurale d’Abruzzo è stato utilizzato il linguaggio dell’audiovisivo. La scuola è stata  interessata e coinvolta in interessanti esperienze educative che vedono intrecciarsi ricerca  antropologica e cinema, relazione umana e tecnologia audiovisiva, raccolta di testimonianze,  documentazioni di attività, di vita quotidiana, di ambiente e paesaggio. Le prospettive su questa  materia sono talmente ampie e i percorsi da seguire così numerosi che ci si schiude davanti una  prateria didattica sconfinata tutta ancora da esplorare. 

Negli ultimi quattro anni, con i progetti Paesedentro e Paesedentro seconda edizione, la nostra  scuola ha perfezionato e consolidato pratiche didattiche già precedentemente sperimentate con il  supporto di associazioni culturali e docenti universitari operanti sul territorio nella ricerca sul  patrimonio culturale materiale e immateriale attraverso il coinvolgimento attivo delle comunità nei  processi di conoscenza, consapevolezza e valorizzazione.

http://www.cineforumteramo.it/2021/10/16/paese-dentro-racconti-mitici/

Come strumento privilegiato per favorire la conoscenza del patrimonio culturale del territorio  montano e rurale d’Abruzzo è stato utilizzato il linguaggio dell’audiovisivo. La scuola è stata  interessata e coinvolta in interessanti esperienze educative che vedono intrecciarsi ricerca  antropologica e cinema, relazione umana e tecnologia audiovisiva, raccolta di testimonianze,  documentazioni di attività, di vita quotidiana, di ambiente e paesaggio. Le prospettive su questa  materia sono talmente ampie e i percorsi da seguire così numerosi che ci si schiude davanti una  prateria didattica sconfinata tutta ancora da esplorare. 

La conservazione delle esperienze scolastiche attraverso il digitale è una risorsa che la scuola deve potenziare. Spesso è proprio la documentazione delle attività didattiche che penalizza il miglioramento della Scuola. Da qualche anno abbiamo messo a sistema la conservazione delle esperienze tradizionali del nostro istituto, come anche il monitoraggio degli apprendimenti degli alunni in uscita dall’Istituto per tenere sotto controllo alcune variabili della Valutazione di Sistema. Gli effetti positivi sono a medio e lungo termine.

Certamente la digitalizzazione di contenuti che riguardano la memoria del territorio è una buona pratica da proporre a scuola, come esercizio di cittadinanza attiva.  Nel Piano scuola estate 2021, in co-progettazione con il Museo Nina di Civitella del Tronto, abbiamo avvicinato i ragazzi ai luoghi del territorio dedicati alla memoria, con un approccio euristico teso alla conoscenza di ciò che i reperti storici hanno da dirci sul tempo passato, ma anche sulla modernità in cui viviamo. Le esperienze realizzate da due diversi gruppi di alunni, sono state documentate attraverso gli strumenti digitali. Nel primo caso i ragazzi hanno realizzato contenuti multimediali consultabili dai loro coetanei in visita al museo, tramite un’applicazione, in altro caso hanno scritto la sceneggiatura e realizzato un video in cui interpretano il loro rapporto con il museo, in chiavi narrative diverse. 

5. Come immagina la scuola che verrà ? Quali auspici e quali speranze?

Quello che si può definire  “salto quantico”, per la quale i docenti delle scuole, hanno realizzato in breve tempo azioni di sviluppo e supporto della didattica a distanza, ha permesso di raggiungere gli alunni ovunque, indicando proposte di attività formative attraverso gli strumenti della comunicazione digitale, videolezioni, padlet e altre soluzioni digitali creative. Questa rappresenta, al di là della situazione emergenziale che si è delineata, una risposta concreta, fattibile e percorribile per i casi in cui gli alunni siano impossibilitati a seguire in presenza le lezioni (alunni ospedalizzati, alunni a lunga degenza per infortunio) ma anche per integrare la didattica tradizionale affinché si adottino metodologie più interattive, creative e innovative per ripensare la relazione educativa docente/discente e i contesti di apprendimento.

Mi auguro che la scuola del futuro possa  attuare un effettivo rinnovamento nei metodi e nei contenuti e realizzare azioni tese ad una formazione di qualità. Inoltre sarebbe necessaria la riduzione delle pastoie burocratiche e dei formalismi che spesso rallentano i processi e spengono gli entusiasmi.

Una scuola sempre più complessa e nella percezione comune sempre più importante per il futuro  della nostra società, questa la facile previsione che il tempo presente impone.  Un decisivo investimento di risorse (che diventi ordinario) e riforme coraggiose su vari fronti (dai  curricoli al reclutamento e alla carriera dei docenti) per offrire le migliori risorse umane e gli  ambienti di apprendimento più innovativi all’educazione delle future generazioni: questo l’auspicio,  che è anche una speranza.

La scuola di domani si costruisce oggi. Bisogna avere il coraggio di mettere al centro della Politica del nostro Paese: la scuola. Investire risorse economiche e professionali, ma soprattutto la consapevolezza che il futuro nasce tra i banchi di scuola.

È difficile immaginare la scuola che verrà. Distinguo ciò che prevedo, sulla base del suo atavico ritardo culturale, da ciò che desidero e che anima il mio agire quotidiano, non solo nella scuola. La speranza assume allora le forme di un progetto collettivo di liberazione dal pensiero unico e omologante, a favore di un pensiero meridiano, il pensiero della luce e del mare, del caldo e del sudore, di cui il Mediterraneo, come mare di confine e di contatto tra gli uomini e le civiltà diventa l’emblema. Sulle sue sponde, dice Camus, risiede “la giovinezza del mondo” e, io credo, la possibilità di edificare il grande sogno di coesistenza pacifica, ancora incompiuto e necessariamente da compiere tutti insieme, dentro e oltre le aule.   

Si ringraziano le Dirigenti Scolastiche, la rete Diculther, Dott. Carmine Marinucci, Dott. Giovanni Piscolla, Prof.ssa Luisa Aiello (INDIRE), le docenti referenti: Prof.ssa Stefania Pompeo (IC Nereto Torano Sant'Omero), Prof.ssa Giada Marziale (IC Alba Adriatica), Prof.ssa Giovanna Furia (IC Montorio Crognaleto), Prof.ssa  Morgana Rabottini (IIS Delfico Montauti), Prof.ssa Iacone Maria Lucia (IC S. Pertini Villa Rosa Martinsicuro), Prof.ssa Elisabetta L'Innocente (IC Rita Levi Montalcini Civitella Torricella)  per l'impegno profuso nel sodalizio della costituenda rete.

Elisabetta Betty L’Innocente, Docente di lettere, sceneggiatrice ed autrice, La Scuola allo Schermo INDIRE. Docente di lettere e appassionata cinefila si avvicina alla sceneggiatura nel 2010 firmando il biopic In the fabulous underground insieme al regista Claudio Romano, proiettato all’Ecu Festival di Parigi nel 2013, all’Anthology Film Archives di New York nel 2014 durante una rassegna curata da Jonas Mekas, Il sodalizio artistico si riassume nella loro casa di produzione indipendente Minimal Cinema. Nel 2015 danno alla luce il lungometraggio Ananke, film in 16mm b/n prodotto da Gianluca Arcopinto e presentato in anteprima a Pesaro durante la rassegna Esordi Italiani proprio dal direttore Pedro Armocida.
Nel 2016 e nel 2017 i corti Con il vento e Verso casa sono presenti alla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro nella sezione SATELLITE – visioni per il cinema futuro. Nel 2018 esce il film Incanto, proiettato in anteprima al Laceno d’oro Film Festival.

https://www.raicultura.it/cinema/articoli/2020/11/Elisabetta-Betty-LInnocente-autrice-e-sceneggiatrice-1b3ff58b-574c-4564-8dda-632a9ce5443b.html