Chiara Tisat e Stefano Ravizza
I giovani che vivono nelle aree rurali spesso si trovano a dover lasciare il paese natale per cercare occupazione in città o all’estero. Tale tendenza ha subito una sensibile accelerazione a seguito dell‘insorgenza della crisi economica e della crescente disoccupazione giovanile.
Tuttavia, la ricerca di Riabitare l’Italia su ambizioni e progetti di chi vive nelle aree cosiddette “interne” evidenzia come due ragazzi su tre vogliono rimanere dove sono nati e costruire lì il loro futuro mettendo al centro relazioni e ambiente naturale: esigenze cresciute anche e soprattutto con la pandemia.
E sono proprio le aree rurali, territori caratterizzati da un potenziale fortemente inespresso, spesso ricche di tradizioni, risorse paesaggistiche e prodotti d’eccellenza, che potrebbero diventare delle vere e proprie scuole per educare alla sostenibilità ed alla cultura del territorio.
Ed è questa la sfida che ha voluto intraprendere il GAL Valle Seriana e dei laghi bergamaschi supportato da Koor srl SB attraverso la realizzazione di un hackathon dedicato ai ragazzi degli istituti scolastici superiori del territorio.
La Generazione Z – ovvero i ragazzi nati tra il 1997 e il 2010 – è infatti per certi aspetti il terreno più difficile su cui far germogliare questi concetti ma è forse quella che può dare i frutti migliori. Gli Zoomers (i ragazzi che fanno parte della Generazione Z) sono nati con la propensione alla comunicazione e alla condivisione del proprio pensiero grazie alle tecnologie virtuali, per loro una vera e propria estensione seppur astratta della loro capacità relazionale.
Un target che si presta benissimo agli hackathon, attività partecipative di breve durata in cui le persone si riuniscono per risolvere alcuni particolari problemi/opportunità della vita reale (sfide), in una competizione amichevole e leale. È un metodo di partecipazione applicabile trasversalmente a più settori si rivolge a persone che abbiano voglia e stimoli per risolvere un problema comune oppure sviluppare idee, progetti e prodotti su argomenti specifici. Può avere obiettivi didattici, formativi fino alla vera e propria realizzazione di proposte, prodotti, progetti innovativi per rispondere a bisogni reali (sfide). In pratica, funziona così: ricercare ed identificare bisogni, generare idee, convertirle in soluzioni. Il tutto in un’ottica di consapevolezza, responsabilità socio-ambientale ed innovazione. Un lavoro di squadra, intelligenza collettiva, creatività, co-progettazione, interdisciplinarità.
All’interno del più ampio progetto di cooperazione transnazionale Join – Job, Innovation and Networking in Rural Areas (www.join-leader.com) il GAL* della Val Seriana e dei Laghi bergamaschi (https://www.galvalleserianaedeilaghi.com/) ha quindi individuato nell’Hackathon la propria azione locale per stimolare studenti degli istituti scolastici dell’area di riferimento a mettersi in gioco per il futuro del proprio territorio proponendo idee e soluzioni, sviluppando progetti innovativi che potrebbero sfociare anche in potenziali start-up e idee d’impresa a favore dello sviluppo rurale locale. È infatti necessario mettere in atto processi che riportino al centro i giovani, veri protagonisti ed unici titolari del futuro di queste aree rurali, riponendo in loro fiducia e stimolandoli alla cittadinanza attiva.
KOOR srl SB, Società Benefit (https://sb.koor.it/), in virtù di esperienze pregresse di Hackathon in aree interne, darà supporto dell’Ente promotore come coordinatore di Progetto in questo cammino tra valli e laghi.
Valle Seriana e laghi Bergamaschi – Place to Be. L’innovazione della resilienza nel POST COVID. – È questo il titolo dell’hackathon che si svolgerà nella prima settimana di marzo 2022 in Valle Seriana; un territorio fortemente colpito dalla prima ondata pandemica da Covid-19, e che sarà al centro di questo laboratorio di idee e progetti per la sua rinascita.
Garantire entro il 2030 che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un’educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile
Tre le sfide a cui i ragazzi dovranno rispondere: generare opportunità, generare luoghi e generare comunità: macro-ambiti all’interno dei quali ritroviamo temi quali l’economia circolare, la filiera corta, la valorizzazione dei prodotti locali, lo sviluppo di cooperative di comunità.
L’Hackathon prevederà seminari preliminari propedeutici per incentivare la creatività dei giovani trasferendo loro le conoscenze necessarie e gli strumenti di base per sviluppare le loro idee d’impresa.
A supporto di tutta l’attività la piattaforma digitale TRUSTtm (https://www.trusttm.com/) per tracciare tutte le fasi del Progetto Hackathon, dalla sottomissione delle candidature dei partecipanti alla condivisione degli output che verranno realizzati dagli studenti.
Riteniamo che il connubio GAL e Società Benefit possa essere un esempio di buona pratica tra partner profit ed enti locali che investono energie e risorse per lo sviluppo sostenibile delle aree rurali.
A breve condivideremo con Voi lettori un altro articolo in cui racconteremo lo sviluppo di questo progetto e le idee d’impresa che emergeranno da questa esperienza di comunità.
Oltre alla realizzazione delle attività di progetto ed alla rendicontazione economico-finanziaria delle spese ama seguire tutte le attività di comunicazione e disseminazione organizzando eventi, workshop, seminari, tour ma anche creando contenuti per il web e gestendo i rapporti con la stampa.
Laureata in Plannning and Management of Tourism Systems presso l’Università degli Studi di Bergamo, data la sua passione per i progetti a beneficio dei territori sta concludendo il Master in Europrogettazione e Professioni Europee presso l’università di Roma “La Sapienza” nell’ambito del quale ha svolto un tirocinio presso Regione Lombardia dedicandosi all’approfondimento della SNAI – Strategia Nazionale Aree Interne e del programma Interreg Italia-Svizzera.
Stefano Ravizza
Background consolidato nel settore agroalimentare, comincia la sua esperienza di impresa all’età di 18 anni nel settore vitivinicolo con annessa struttura agrituristica, un’esperienza di impresa di prima generazione a conduzione famigliare nell’Oltrepò Pavese. Parallelamente intraprende un cammino di rappresentanza in Coldiretti, corpo intermedio di rappresentanza del settore agroalimentare, tale percorso lo porta ad essere prima Dirigente Provinciale, successivamente Regionale e poi Nazionale con l’ingresso nell’Esecutivo Nazionale di Coldiretti Giovani Impresa. Nel cammino pocanzi descritto si aggiunge 1 anno e mezzo come rappresentante di Coldiretti Giovani Impresa al CEJA (organizzazione europea dei giovani imprenditori del settore agroalimentare). Tale percorso gli permette una conoscenza a 360 gradi del settore agroalimentare e di tutte le filiere che lo compongono tale conoscenza gli permetterà di essere anche docente di Marketing del Prodotto agroalimentare in differenti corsi professionali ITS e IFTS. Gli anni del percorso di rappresentanza gli hanno permesso di sviluppare forti soft skills quali public speaking, team work, team building. Nel 2014 si avvicina al mondo digitale in virtù della necessità delle piccole e medie imprese di settore di fruire di strumenti idonei alla tracciabilità di filiera volta allo story telling così si incrociano le strade con Tech Gap Italia srl. TGI Italia srl società di cui è attualmente in organico è una software storica del settore IT proprietaria di alcune piattaforme volte alla valorizzazione di luoghi, persone e prodotti, per le quali si occupa dell’individuazione dei target e del loro posizionamento sul mercato. Le competenze nello sviluppo e coprogettazione di Hackathon in Aree Rurali si consolidano e sviluppano con KOOR SRL Società Benefit, satellite di TGI Italia SRL. In Koor SRL SB si occupa dell’integrazione di prodotti e progetti digitali all’interno di comunità e aree marginali carenti dei servizi primari e non soltanto.
“Aderisce al network di Diculther in quanto ritiene che metodi di contaminazione e creazione quali Hackathon sono una strada per Hackerare un Sistema statico, rigido, autoreferenziale, poco predisposto al confronto e molto spesso miope di fronte al valore e all’opportunità che rappresenta la Generazione Z.”