“Chat GPT per insegnare” Intervista a Maurizio Maglioni

C.M.: Professor Maglioni, nel suo recente libro “Chat GPT per insegnare” lei dipinge un quadro affascinante e allo stesso tempo complesso del futuro dell’educazione, profondamente influenzato dall’intelligenza artificiale. Partendo dall’evoluzione storica delle rivoluzioni industriali, come colloca questa quarta rivoluzione, caratterizzata dall’IA, nel contesto dell’educazione?

Maglioni: Se confrontiamo le precedenti rivoluzioni industriali, vediamo come ciascuna ha portato a trasformazioni radicali nel mondo del lavoro e nella società. Questa quarta rivoluzione, dominata dall’IA, non fa eccezione. In ambito educativo, stiamo assistendo a un cambiamento epocale. Se le prime rivoluzioni hanno principalmente influenzato i processi produttivi, questa sta trasformando profondamente il modo in cui apprendiamo e insegniamo.

C.M.: Molti insegnanti sono scettici riguardo all’integrazione dell’IA nella didattica. Come possiamo superare questa resistenza e incoraggiare i docenti ad abbracciare queste nuove tecnologie?

Maglioni: La resistenza al cambiamento è comprensibile, ma ritengo che sia fondamentale sottolineare i vantaggi che l’IA può portare. Invece di vedere l’IA come una minaccia, gli insegnanti dovrebbero considerarla come un potente strumento per personalizzare l’apprendimento, liberando più tempo per dedicarsi agli aspetti relazionali della didattica. Esempi pratici di successo possono essere molto persuasivi, occorre però superare alcune idee preconcette e cominciare a collaudare per esempio le attività che mettiamo gratuitamente a disposizione di tutti sul sito https://www.aiscuola.it/

C.M.: L’IA promette di personalizzare l’apprendimento in modo mai visto prima. Come si può tradurre questa promessa in pratica?

C.M.: Non è solo una promessa: il cambiamento è già in atto. Se oggi chiedi ad un qualsiasi teenager: “Prima di un’interrogazione, tu dove studi?”, ti stupirai nel sentire che molti di loro si affidano non più ai libri ma sempre più a Gemini o Chat GPT, per studiare su riassunti o schemi. Dopotutto, l’IA ti permette di dimezzare i tempi di studio, di porre domande su temi complessi e perfino di simulare l’interrogazione giudicando la chiarezza delle tue risposte.

Questa sostituzione dei manuali scolastici con le IA è qualcosa di inarrestabile che nessun ministro dell’istruzione potrà mai impedire e nessun professore potrà mai vietare ai propri alunni.

A partire da questa semplice considerazione possiamo comprendere che strumenti così avanzati come Chat GPT di OpenAI, Gemini di Google e tutte le altre IA che verranno nei prossimi anni hanno il potenziale per cambiare radicalmente e per sempre il modo in cui apprendiamo e insegniamo. Questi modelli di linguaggio avanzati sono in grado di comprendere testi, stampati ma anche scritti a mano, in un attimo, rispondendo a domande, fornendo spiegazioni dettagliate e creando contenuti educativi personalizzati. Ad esempio, se fotografi un testo scritto a mano in pessima calligrafia, in qualsiasi lingua, Chat GPT 4.o è in grado di interpretarlo 10 volte più precisamente e 100 volte più velocemente di qualsiasi essere umano. Se poi chiedi di individuare gli errori, lo farà in 2 secondi, se hai bisogno di dare un feedback stilistico, ti scriverà in 3 secondi come rendere quella narrazione più interessante e scorrevole.

C.M.: Quindi i ragazzi potranno correggersi da soli i propri elaborati?

Maglioni: Qui non userei il futuro perché già adesso molti ragazzi dei licei fanno correggere i compiti a casa all’AI prima di consegnarli. Inoltre le IA riassumono concetti e li adattano al lettore, in qualsiasi lingua, andando da sole a ricercare contenuti affidabili, riportando la fonte e discutendo anche per ore con il proprio interlocutore, fino ad ottenere un prodotto finito perfetto. Questa capacità di adattamento e personalizzazione è uno dei motivi principali per cui l’IA sta diventando sempre più importante nell’educazione. Ad esempio, uno studente straniero oggi può imparare l’italiano molto più velocemente perché se viene dotato di uno smartphone con auricolare, con Chat GPT 4.o può ricevere la traduzione simultanea nella sua lingua quando la maestra parla. Inoltre, se la maestra usa Google Classroom come piattaforma didattica (purtroppo in Italia sono pochissime a farlo) egli potrà inizialmente scrivere gli elaborati nella sua lingua e la maestra potrà leggerli direttamente in italiano.

C.M.: Però la vedo complicata perché il ministro ha appena emesso una circolare che vieta gli smartphone anche per scopi didattici. Lei che ne pensa?

Maglioni: a questa domanda preferisco non rispondere. Non voglio fare sterili polemiche. Per affrontare questo problema ci vorrebbe un’intervista a parte. In ogni caso si può fare tutto anche con un semplice tablet, visto che sono assolutamente consentiti ed ora, grazie al PNRR, ne stanno acquistando a tonnellate per le scuole.

C.M.: E per quanto riguarda l’accesso all’educazione? Come può l’IA contribuire a ridurre il divario digitale e garantire che tutti gli studenti, indipendentemente dal loro background, abbiano le stesse opportunità?

Maglioni: L’IA può essere un potente strumento per democratizzare l’accesso all’educazione. Ad esempio, attraverso piattaforme online e app come Duolingo, gli studenti possono accedere a risorse educative di alta qualità ovunque si trovino. Chiunque nel mondo oggi può imparare gratis l’inglese, lo spagnolo, il francese ed il tedesco anche abita in un paese sperduto dell’Africa o dell’Indonesia. Inoltre, come ho già detto, l’IA può essere utilizzata a scuola per tradurre contenuti in diverse lingue, rendendo l’educazione più inclusiva.

C.M.: Qual è il ruolo del docente in una classe dove l’IA assume una posizione sempre più centrale?

Maglioni: Il ruolo dell’insegnante non scomparirà, ma si evolverà. Invece di essere la fonte principale di conoscenza, l’insegnante diventerà un facilitatore dell’apprendimento, un mentore e una guida. Sarà compito dell’insegnante stimolare la curiosità degli studenti, promuovere il pensiero critico e sviluppare le competenze sociali ed emotive. Per alcuni docenti è difficile accettare questo nuovo ruolo: abituati da secoli di educazione trasmissiva, si sentono come pesci fuor d’acqua quando illustro loro una giornata in classe da facilitatore, passata più ad ascoltare che a parlare, più attenti ai punti di forza che a quelli di debolezza.

C.M.: Però i docenti saranno contenti di non portarsi più i pacchi di compiti da correggere a casa…

Maglioni:  Certamente, ma i docenti dovranno prima imparare come si fa. Gli strumenti basati su IA possono automatizzare la valutazione degli esercizi, offrendo feedback immediato e specifico. Questo non solo riduce il carico di lavoro degli insegnanti, ma aiuta anche gli studenti a comprendere meglio i loro errori e a migliorare continuamente. Non si tratta semplicemente di svolgere esercizi che segnalano le risposte giuste o sbagliate in tempo reale. Una IA che esamina un elaborato scritto sa anche valutare i punti di forza e le aree di miglioramento scrivendo un report accuratissimo che consente allo studente di migliorare immediatamente l’elaborato stesso prima della consegna.

C.M.: se ho capito bene Chat GPT legge il tema dell’alunno, segnala gli errori, gli dà suggerimenti su come migliorarlo e, se il docente lo richiede, mette anche il voto?

Riduzione dell’ansia da interrogazione: Esattamente, se prova con un elaborato scritto da lei osserverà che le IA sono state programmate per esprimersi con infinita gentilezza e cortesia. Non essendo persone ma macchine, sono in grado di creare un ambiente di apprendimento affatto stressante, dove gli studenti possono praticare e testare le loro conoscenze senza la pressione del giudizio del professore. Questo può migliorare la loro fiducia e il loro rendimento scolastico. Per esempio, è possibile chiedere alla app di Chat GPT, versione parlato, di fingersi un insegnante di filosofia. La IA inizierà una conversazione, porrà domande in stile interrogazione e commenterà in tempo reale tutte le risposte ricevute. L’ambiente simulato creato dall’IA consentirà allo studente di esercitarsi e consolidare le proprie conoscenze in un contesto meno stressante rispetto a una interrogazione tradizionale in classe. Inoltre, l’IA consiglierà approfondimenti e ripassi in base alle aree di forza e di debolezza dello studente, aumentando la sua fiducia in preparazione a interrogazioni vere e proprie.

C.M.: Quali sono le principali sfide etiche legate all’utilizzo dell’IA in ambito educativo?

Maglioni: Le sfide etiche sono numerose. La privacy dei dati degli studenti è fra le prime preoccupazioni. Tuttavia dobbiamo evitare che si esageri sul versante opposto. Per esempio, occorre avere chiaro che nella scuola tutti docenti devono avere accesso ai dati sensibili degli alunni, come accade nel rapporto medico – paziente. Ho conosciuto scuole dove, per un falso concetto di privacy, i docenti non riuscivano nemmeno a sapere se un alunno con DSA era dislessico o discalculico.

C.M.: Quali scenari si potrebbero ipotizzare, provocati dall’avvento dell’IA nelle scuole?

Maglioni: Un possibile scenario non immediato nelle scuole potrebbe essere quello di subire un lento processo simile a quello delle banche che nel giro di un decennio hanno visto ridursi in modo impressionante il numero di clienti fisicamente presenti in filiale ogni giorno. Nell’immediato questa ipotesi è improbabile perché i ragazzi vanno a scuola anche per socializzare e per passare il tempo in un ambiente custodito. Tuttavia se nascessero altri tipi di agenzie formative che offrissero socializzazione e attività interessanti insieme alla formazione online, forse molte famiglie opterebbero per tali soluzioni.

Questa sfida potrebbe essere accolta soprattutto nei paesi dove le famiglie ricevono rimborsi o importanti sgravi fiscali che alleviano il peso delle rette scolastiche delle scuole private. In Italia, immaginare che lo Stato sia in grado di creare agenzie formative diverse dalla scuola ci pare oggi abbastanza improbabile.

C.M.: In conclusione, qual è la sua visione del futuro dell’educazione?

Maglioni: Credo che il futuro dell’educazione sarà profondamente segnato dall’IA. Vedremo una maggiore personalizzazione dell’apprendimento, un accesso più equo all’educazione e un ruolo più attivo degli studenti nel loro percorso formativo. L’educazione è un processo umano e le relazioni interpersonali continueranno a essere fondamentali. Tuttavia i docenti delegheranno l’insegnamento sempre più alle macchine proprio per dedicare più tempo ai bisogni educativi di ogni singolo alunno.

C.M.: Professor Maglioni, lei ha sottolineato come l’IA stia rivoluzionando il mondo dell’educazione. Ma come possiamo garantire che questa rivoluzione non aumenti le disuguaglianze esistenti?

Maglioni: Le disuguaglianze nel mondo hanno tutte origine dalla povertà educativa. Le nazioni un tempo del terzo mondo che hanno investito di più in scuole ed educazione, oggi sono diventate potenze mondiali. Se vogliamo un mondo equo dobbiamo garantire a tutti le tecnologie e le risorse digitali, soprattutto nelle aree più svantaggiate. Inoltre, dobbiamo sviluppare strumenti e piattaforme che siano inclusivi e accessibili a tutti. Presto queste piattaforme saranno disponibili gratis ovunque, anche nei paesi più poveri, in tutte le lingue del mondo. Tutte le tecnologie portano benessere se sono rese di pubblico dominio e l’IA,in parte, lo sta facendo in tempi molto più rapidi rispetto a ciò che accadde con l’invenzione della stampa, dell’elettricità o dei telefonini.

C.M.: L’IA sta ridefinendo le competenze richieste nel mondo del lavoro. Come dovrebbe evolvere l’educazione per rispondere a queste nuove esigenze?

Maglioni: L’educazione deve puntare a sviluppare competenze trasversali come il pensiero critico, la creatività, la capacità di risolvere problemi complessi e la collaborazione. Queste competenze sono fondamentali per affrontare le sfide del futuro e per adattarsi a un mercato del lavoro in continua evoluzione. Per questo occorre che al più presto gli insegnanti abbandonino tutte le pratiche, come la preparazione e la correzione dei compiti, che fanno perdere tempo quel tempo che dovrebbe essere utilizzato per lo sviluppo delle life-skills.

C.M.: Come possiamo assicurarci che l’IA, con la sua capacità di generare contenuti, non soffochi la creatività degli studenti?

Maglioni: L’IA può essere uno strumento potente per stimolare la creatività, ma è fondamentale che gli studenti imparino a utilizzarla in modo critico. L’insegnante deve guidare gli studenti nella fase iniziale della creazione, aiutandoli a sviluppare idee originali e a trovare soluzioni innovative. L’IA può poi essere utilizzata per affinare queste idee e per dare forma ai progetti finali. Nei compiti che abbiamo ideato sul sito aiscuola.it, spesso l’alunno lavora in 4 fasi: svolge la prima parte del lavoro senza IA, poi chiede all’IA come correggerlo e migliorarlo, quindi applica le modifiche evidenziandole in giallo ed infine riceve un rapido feedback finale dal docente.

C.M.: In un mondo sempre più inondato di informazioni, come possiamo insegnare agli studenti a valutare criticamente le informazioni generate dall’IA?

Maglioni: È fondamentale che gli studenti imparino a distinguere tra fonti affidabili e non affidabili, a verificare le informazioni e a valutarne la veridicità. L’alfabetizzazione digitale è più importante che mai. Gli insegnanti devono educare gli studenti a pensare in modo critico, a porsi domande e a cercare prove a sostegno delle loro affermazioni. Per questo è necessario liberare tempo lasciando, ad esempio, che le spiegazioni e le interrogazioni avvengano tramite IA.

C.M.: Come possiamo evitare che gli studenti diventino eccessivamente dipendenti dalla tecnologia e perdano la capacità di pensare in modo autonomo?

Maglioni È un equilibrio delicato. Lei come evita di diventare dipendente dai mezzi di trasporto? Va sempre a piedi? L’IA può essere uno strumento molto utile, ma deve servire ad allenare il pensiero critico e la capacità di risolvere problemi in modo autonomo. Gli insegnanti devono promuovere un uso quotidiano della tecnologia e incoraggiare gli studenti a sviluppare competenze che vanno oltre l’uso di dispositivi digitali. Per ciò gli alunni non vanno lasciati ad usare Chat GPT solo a casa. Dobbiamo farla usare a scuola in modo controllato.

C.M.: Come immagini la scuola del futuro, completamente trasformata dall’IA?

Maglioni:  Come ho già accennato, la scuola del futuro sarà un luogo più personalizzato, flessibile e collaborativo. Gli studenti avranno a disposizione una vasta gamma di risorse digitali e potranno apprendere a proprio ritmo e secondo i propri interessi. Gli insegnanti avranno un ruolo di facilitatori e mentori, aiutando gli studenti a sviluppare le loro potenzialità.

C.M.: Qual è il ruolo delle istituzioni educative, dei governi e delle aziende nel guidare questa trasformazione?

Maglioni: Tutte le parti in causa hanno un ruolo fondamentale. Le istituzioni educative devono investire nella formazione dei docenti e nell’aggiornamento delle infrastrutture tecnologiche. I governi devono creare politiche educative che promuovano l’innovazione e l’equità anche al di là dei propri confini. Quando si creano piattaforme di autoapprendimento precaricate con contenuti didattici, esse devono essere condivise gratuitamente con il mondo, rendendole traducibili da una IA. Un esempio di questo ci viene da https://www.khanacademy.org/ una ONG senza scopi di lucro attraverso la quale ogni alunno dai 6 ai 14 anni può apprendere la matematica da solo, facilmente, in qualsiasi lingua del mondo.

C.M.: Secondo lei, con cosa occorre cominciare?

Maglioni: Secondo me è prioritario che gli insegnanti siano adeguatamente formati per utilizzare queste tecnologie e per integrare i suggerimenti dell’IA nei loro metodi didattici. L’Italia è l’unico paese d’Europa nel quale l’unica legge che obbliga gli insegnanti alla formazione (Legge 107 del 2015, comma 124) non stabilisce un numero minimo di ore annuali. La stranezza di tale normativa ha prodotto una classe insegnante non sempre entusiasta delle nuove tecnologie come delle opportunità della didattica digitale.

Con le IA abbiano il potenziale di trasformare radicalmente l’educazione, superando le limitazioni delle metodologie tradizionali di spiegazione e interrogazione. Ma il successo di questa trasformazione dipenderà dalla capacità dei legislatori e degli educatori di affrontare le sfide tecniche, etiche e pedagogiche associate all’uso dell’IA. Con un approccio responsabile e ben pianificato, l’IA potrebbe diventare un alleato potente per creare un sistema educativo più inclusivo, efficace e innovativo. Il problema è aggiornarsi al più presto, non lasciarsi prendere dal panico, non schierarsi su posizioni luddiste, ma essere pronti a studiare ed affrontare le infinite nuove possibilità di crescita e miglioramento.

MAURIZIO MAGNIONI

Professore di chimica nelle scuole superiori di Roma e autore di romanzi e saggi tra cui “La classe capovolta”, scritto insieme a Fabio Biscaro e pubblicato a gennaio 2014 dalle Edizioni Erickson.Valutatore EFQM-CAF, iscritto all’albo dei TQM Assessor dal 2005. Presidente dell’associazione Flipnet per la promozione della didattica capovolta