Ottava edizione della Settimana delle Culture Digitali “Antonio Ruberti” (1)
(8-13 maggio 2023)
Nel contesto del Festival dello Sviluppo Sostenibile di ASviS (8-24 maggio)
insieme a: New European Bauhaus (NEB), Associazione DiCultHer Faro Sicilia, Associazione DiCultHer Faro Molise, Rete di Scuole Faro-Abruzzo, rivista Culture Digitali, Istituto Centrale Catalogo Unico del MiC, INDIRE, ISIA RM, Fondazione Italia Patria della Bellezza, Fondazione Ampioraggio, Stati Generali delle Donne, PCE-Erasmus+, Associazione DiGenova, Movimento Europeo-Italia, Campus-Il Salone dello Studente, Cultura Italiae, PA Social, Media 2000-Osservatorio TuttiMedia, LutinX, Centro creativo degli Anziani di Colle Oppio (RM), InternationalWebPost, Associazione Sviluppo Europeo (ASE)
L’ACCESSO AI SAPERI
Così come nelle precedenti edizioni, anche questa ottava edizione della Settimana dovrà rappresentare l’occasione per promuovere la progettualità giovanile e il dialogo sulle problematiche legate al diritto per tutti di avere accesso ai saperi, il diritto all’istruzione, il diritto all’innovazione per:
- garantire il “diritto di ogni cittadino ad essere educato alla conoscenza e all’uso responsabile del digitale;
- diffondere la conoscenza e l’utilizzazione degli strumenti di comunicazione in rete, attraverso la partecipazione attiva alle varie iniziative assunte dall’Associazione #DiCultHer nel corso di questo a.s., con particolare riferimento ad #HackCultura2023, l’Hackathon delle studentesse e degli studenti per la promozione della “titolarità individuale e collettiva” del patrimonio culturale e della Cultura Digitale;
- sperimentare le forme più innovative di espressione delle opportunità del digitale con particolare rifermento alla organizzazione dei contenuti (i.e. curatela non professionale) e ai contesti immersivi (i.e. Metaverso)
- affrontare, mediante l’uso consapevole del digitale e con approcci innovativi, la conoscenza, la salvaguardia, e la valorizzazione dei luoghi della cultura con particolare riferimento al proprio territorio analizzato e rappresentato nel contesto europeo;
- incrementare la consapevolezza dell’esistenza e del valore delle culture digitali come risorsa e bene comune da conservare quale memoria del processo creativo nello spazio e nel tempo;
- aiutare i giovani a orientarsi durante la navigazione nell’oceano di opportunità offerte per le scelte di studio e di lavoro nel campo delle culture digitali;
- il superamento della separazione delle “due culture” attraverso la presa di coscienza del nuovo paradigma di trasmissione dell’informazione;
- la distinzione—ma non la separazione—all’interno della ”cultura digitale” tra l’aspetto tecnologico e l’aspetto scientifico, ovvero tra gli strumenti computazionali e i concetti dell’informatica teorica;
- promuovere la lingua italiana nel mondo, come lingua di Cultura.
Come consuetudine, le “settimane” hanno due livelli di partecipazione.
Il primo livello
Attiene agli eventi che sono organizzati a livello centrale direttamente da #DiCultHer e i suoi partner che saranno postati per gli aggiornamenti in questa pagina.
In particolare:
8 maggio.
Inaugurazione dell’ottava Settimana delle Culture Digitali “Antonio Ruberti;
Mattino dalle ore 09:30 alle 13:00
Introducono:
Carmine Marinucci, Presidente #DiCultHer
Saluti delle autorità:
Anna Ascani, Vicepresidente Camera dei Deputati (video messaggio)
Ciangola Francesca Romana, in Rappresentanza del Ministro dell’Università e della Ricerca;
Angelo Argento, Presidente Culture Italiae;
Alessandro Civati, CEO LutinX;
Domenico Ioppolo, CEO Class- Salone dello Studente;
Francesco Di Costanzo, Presidente PA SOCIAL;
Isa Maggi, Coordinatrice Stati Generali Donne;
Lorenzo De Simone, New European Bauhaus (NEB);
Maria Pia Rossignaud, Direttore Media Duemila, Vicepresidente Osservatorio TuttiMedia;
Pamela Giorgi, Ricercatrice INDIRE;
Pier Virgilio Dastoli, Presidente Movimento Europa-Italia
TAVOLA ROTONDA
“La promozione della Cultura digitale” (2)
Modera
Silvia Rosa-Brusin, TG Leonardo
Introduce:
Germano Paini, Presidente Comitato Scientifico #DiCultHer
Intervengono:
- Antonio Felice Uricchio, Presidente ANVUR
- Derrick de Kerckhove, direttore scientifico Osservatorio TuttiMefia
- Dino Buzzetti, AIUCD – Fondazione Scienze Religiose Giovanni XXIII
- Enrico Giovannini, Direttore Scientifico ASViS
- Fernando Giancotti, Gen.S.A. (ris), già Presidente del Centro Alti Studi della Difesa
- Gianmaria Ajani, già Rettore dell’Università degli Studi di Torino
- Luca Toschi, Presidente Centro Ricerche “scientia Atque usus” per la Comunicazione Generativa ETS e direttore Lab Center for Generative Communication del PIN, Polo Universitario Città di Prato;
- Michele Rak, Presidente onorario #DiCultHer, già membro European Panel for the European Heritage Label c/o EU
- Patrizio Bianchi, Università degli Studi di Ferrara
- Vittorio Marchis, Politecnico di Torino
Pomeriggio dalle ore 14:30 alle 18:00
TAVOLA ROTONDA Considerazioni sulla tecnologia GPT e sul suo impatto nel mondo della Scuola e della Cultura.
Introduce e modera: Ludovica Marinucci (Università di Salerno)
Intervengono:
- Gino Roncaglia (Università degli Studi di Roma3), Dalle prime ricerche nel campo dell’IA a GPT: cosa sta cambiando?
- Germano Paini (Presidente Comitato Scientifico #DiCultHer), Il passato non determina il presente.
- Michele Monti (Centre for Human Technologies (CHT), Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), ChatGPT come aiutante della ricerca scientifica.
- Fabio Ciotti (Università degli Studi di Roma Tor Vergata), ChatGPT, un research assistant per l’umanista digitale.
- Marco Chiacchiari (Formatore nell’ambito della filosofia digitale), ChatGPT a sostegno del docente nella progettazione dell’attività didattica
- Jacopo Condò (CAPPE, Università di Brighton), ChatGPT: Rivoluzione(?) nell’Educazione tra Opportunità e Sfide Etiche.
- Marco Cappellini (Ceo Centrica srl). L’AI e il valore dei dati, dal riconoscimento dei concetti nelle immagini ai digital human.
- Glauco Benigni (sociologo, giornalista), L’Intelligenza Artificiale e la deregulation politicamente corretta.
- Alfonso Benevento (giornalista, direttore responsabile del periodico etutorweb.it)
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9 maggio,
(come da programma in progress già in rete)
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10-11 maggio
Convegno: Educare ‘al’ e ‘con’ il patrimonio culturale digitale
Il cui obiettivo è quello di raccogliere le migliori esperienze nel settore dell’Educazione “al” e “con” il Patrimonio culturale digitale maturate sia in ambito accademico, scolastico e di ricerca, sia in ambito dei servizi educativi di Biblioteche, Archivi, Musei, Parchi e comunque nei luoghi di cultura.
Per il programma si veda la pagina dedicata
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12-13 maggio.
Quinta Rassegna dei prodotti digitali
realizzati dalle scuole a seguito della partecipazione a #HackCultura2023.
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Il secondo livello di partecipazione alla “settimana”
Riguarda la partecipazione autonoma da parte di gruppi di ricercatori, di docenti, operatori culturali, ecc. ai quali si chiede di presentare eventi, attività informative, formative, didattiche, di sensibilizzazione nei confronti del mondo dell’istruzione per diffondere la conoscenza e l’utilizzazione degli strumenti di comunicazione in rete per sostenere una “Cultura digitale” diffusa e consapevole.
Per segnalare gli eventi che animeranno la #Settimana è necessario compilare l’apposito Modulo.
NOTE: |
[1] “Abbiamo dedicato le Settimane delle Culture digitali al Prof. Antonio Ruberti, indiscusso maestro del dialogo nei differenti campi delle Scienze. Nella sua funzione di Ministro dell’Università e della Ricerca, Antonio Ruberti sin dal 1991 promosse le Settimane della Cultura Scientifica. È stato questo il primo passo di un camino di diffusione della cultura scientifica che, proseguito poi in ambito europeo nella sua funzione di Commissario europeo per la scienza, la ricerca e lo sviluppo tecnologico e l’educazione, lo ha portato a varare accordi con istituzioni internazionali, programmi europei e, quale naturale punto di arrivo del percorso, lo ha spinto a raccordare le iniziative dei singoli Paesi con l’istituzione della Settimana Europea della cultura scientifica. Dedicare la Settimana delle Culture Digitale ad Antonio Ruberti è stato quindi un atto naturale per #DiCultHer e ha voluto assumere il significato di raccordo e di continuità tra il grato ricordo per una vita dedicata interamente alla Scienza e alla diffusione della cultura scientifica e l’attuale apertura verso il paradigma digitale che, sempre di più e più profondamente, influisce sul nostro modo di vivere e di pensare la cultura. (2) Cultura digitale come priorità dell’Associazione #DiCultHer e del piano d’azione per l’istruzione digitale (2021-2027)[1] dell’UE, per sostenere un uso profondo e innovativo della cultura, per educare al e con il Patrimonio culturale, per garantire un’istruzione digitale europea di alta qualità, inclusiva e accessibile, per integrare punti di vista differenti sulla realtà, per produrre un pensiero critico e un impegno responsabile e adeguato a rispondere alle sfide della modernità nella prospettiva della realizzazione dello spazio europeo dell’istruzione entro il 2025 -COM(2020) 625 final-, in relazione al nuovo Bauhaus Europeo (NEB) che mostra la direzione per la transizione sostenibile dell’Europa,. La Cultura digitale, New European Bauhaus (NEB) e piano d’azione per l’istruzione digitale (2021-2027), per promuovere lo sviluppo di un ecosistema altamente efficiente di istruzione digitale e migliorare le competenze e le abilità digitali per la trasformazione digitale coerente con le conclusioni del Consiglio europeo, del 14 dicembre 2017[2], che ha sottolineato come “l’istruzione e la cultura siano fondamentali per la costruzione di società inclusive e coese e per sostenere la nostra competitività. Cultura Digitale, quale valore metodologico, strutturale e di contesto, all’interno della quale avviare una nuova ermeneutica per la coesione sociale e la promozione delle diversità, l’innovazione socialmente sostenibile, la promozione della salute e del benessere e l’educazione inclusiva. La Cultura digitale, NEB e piano d’azione per l’istruzione digitale (2021-2027), per favorire l’emergere di occasioni strategiche di riorganizzazione dei saperi, di apertura alle entità e ai nuovi contenuti, di accesso alle forme stesse del contemporaneo, nonché una opportunità per restituire ai nostri giovani la piena consapevolezza del loro ruolo nella modernità, essenziale nel raggiungere obiettivi di sostenibilità, attraverso un processo che pone al centro la loro ‘creatività’ e, soprattutto, per renderli protagonisti nei processi di costruzione identitaria e di cittadinanza attiva europea. Un protagonismo per l’esercizio del diritto alla cultura, del diritto all’istruzione, del diritto all’innovazione affinché queste capacità e abilità siano conseguite nello spazio formativo/educativo scolastico quale irrinunciabile azione per una “appropriazione culturale” dei territori di riferimento di ognuno e della “formazione alla cittadinanza europea”. “Titolarità culturale” come obiettivo e come prospettiva della conoscenza e presa in carico dei patrimoni culturali di ognuno, tanto a livello territoriale che a più ampio raggio, indispensabile per definire il processo, e la condizione che ne deriva, in cui individui e comunità acquisiscono una progressiva consapevolezza dei loro diritti e dei loro doveri e attuano una presa in carico dell’eredità culturale che ricevono dal passato, superando la posizione di ‘fruitori’ del patrimonio, verso un ruolo attivo, partecipativo, della promozione della sua tutela e della sua valorizzazione; Cultura digitale, NEB e piano d’azione per l’istruzione digitale (2021-2027), per “garantire a tutte le studentesse e a tutti gli studenti le competenze chiave per affrontare i cambiamenti e le sfide del loro presente, per proiettarli al meglio nel futuro, per diventare cittadine e cittadini attivi e consapevoli, capaci di condividere valori comuni e di confrontarsi positivamente con l’altro” anche ai fini di realizzare quei nuovi “spazi di apprendimento” intesi come agorà virtuali dell’innovazione pedagogica per il NEB, da più parti evocati ed auspicati.(Carta di Pietrelcina ed. 2019 e Manifesto Ventotene Digitale[3]); Per rileggere, ampliare, diffondere. La rilettura in ambiente scolastico di questi documenti, delle indicazioni del NEB e del piano d’azione per l’istruzione digitale (2021-2027), segnala le iniziative che hanno definito le culture digitali come campi cognitivi adatti a rafforzare la coesione sociale e promuovere la condivisione di valori, occasione per consolidare la diffusione del digitale in modo omogeneo e condivisa, delle tecnologie e delle loro opportunità criticità, del valore aggregante ed inclusivo delle culture locali, passaggi necessari per una comune cultura europea. Digital Cultural Heritage L’Art. 2 delle Conclusioni del 21 maggio 2014 inquadra l’evoluzione che il digitale ha avuto negli ultimi dieci anni, integrando l’insieme del Cultural Heritage con una prima profilazione del nuovo Digital Cultural Heritage (DCH), derivante dalle nuove funzioni culturali che il digitale e la digitalizzazione devono assumere in quanto futura memoria storica e fonte di conoscenza dell’Era digitale: “Cultural heritage consists of the resources inherited from the past in all forms and aspects – tangible, intangible and digital (born digital and digitized), including monuments, sites, landscapes, skills, practices, knowledge and expressions of human creativity, as well as collections conserved and managed by public and private bodies such as museums, libraries and archives. It originates from the interaction between people and places through time and it is constantly evolving. La Convenzione di Faro Recentemente recepita anche in Italia, la Convenzione di Faro ci sta indicando la strada da percorrere, facendo emergere con tutta la forza la necessità di sostenere il pieno coinvolgimento dei nostri ragazzi e dei loro docenti nei processi di costruzione identitaria e di cittadinanza attiva partendo proprio dal proprio Patrimonio culturale e dal riconoscimento del valore della “Cultura Digitale” per sviluppare la piena consapevolezza nella Comunità educante tutta, dei propri ruoli nei processi di sviluppo dei territori identitari e dei territori. Ma anche per promuovere quella “Titolarità’ Culturale” esercitata con diritto e la ‘presa in carico’ di una responsabilità comune e condivisa rispetto al bene comune, che ereditiamo dal passato (o che prendiamo in prestito dal futuro), e che abbiamo la possibilità di progettare e co-creare oggi nell’ambito degli ecosistemi culturali in cui viviamo, sperimentiamo ed esercitiamo, con la prospettiva di lasciare a nostra volta questa eredità a chi verrà dopo di noi. Queste prospettive non solo rappresentano l’ambito culturale dell’agire della Scuola, intesa come “comunità patrimoniale”, in attuazione di Faro, ma l’occasione per sperimentare gli assunti e i dettami della Convenzione stessa attraverso una contestualizzazione del concetto di Patrimonio Culturale alle comunità scolastiche territoriali di appartenenza, soprattutto per la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici presenti nei territori di riferimento delle Scuole per un protagonismo consapevole delle Comunità educanti dei territori stessi. Un protagonismo delle nostre Scuole per l’esercizio del proprio diritto alla cultura, del diritto all’istruzione, del diritto all’innovazione, e soprattutto affinché queste capacità e abilità siano conseguite nello spazio formativo/educativo scolastico quale irrinunciabile azione per una “appropriazione culturale” dei territori e della “formazione alla cittadinanza”. Convenzione di Faro come opportunità quindi per promuovere azioni mirate alla sperimentazione di azioni pilota trasversali alle discipline per la presa in carico e il coinvolgimento delle studentesse e degli studenti nei percorsi didattici, nella progettazione di ecosistemi digitali innovativi a disposizione delle studentesse, degli studenti, delle docenti, dei docenti, nonché la progettazione e messa a disposizione, in un’ottica di co-creazione, della strumentazione digitale per la progettazione e la realizzazione di risorse educative a disposizione di tutti. Convenzione, particolarmente qualificante anche per la progettazione e messa a disposizione di percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO) da inserire nei piani triennali dell’offerta formativa dell’istituzione scolastiche come parte integrante dei percorsi di istruzione. La Scuola. Il documento #DiCultHer relativo al Manifesto Ventotene digitale 2021 e la Carta di Pietrelcina riconoscono nella partecipazione il segno di una Scuola dinamica e nel digitale il ruolo di strumento del Contemporaneo. È lo strumento adatto a raccogliere l’eredità storica dell’Unione, rimodellata dalla creatività delle nuove generazioni e dal coinvolgimento delle comunità patrimoniali nello spirito della Convenzione di Faro. Il documentosi propone di contribuire alla promozione e al sostegno di una cultura digitale come una delle fonti di conoscenza necessarie per i cittadini europei del presente e del futuro. Un nuovo insieme di competenze che garantiscano anche la conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio digitale garantendo la sua trasferibilità nelle nuove generazioni. Il documento lavora ad un piano di innovazione dell’educazione al patrimonio nelle sue forme e articolazioni: storico, scientifico, paesaggistico, artistico, etno-antropologico, orientato sull’impegno della popolazione europea in fase di formazione che deve farsi carico dei propri territori. Tutte le fasi dell’istruzione richiedono ora una visione e progettazione sinergica dell’uso del digitale. La ricerca sul patrimonio richiede la collaborazione delle comunità scientifiche e patrimoniali con una strategia condivisa con i gruppi di lavoro e le istituzioni interessate a questa ottica, perché il ‘sapere’ digitale sta offrendo occasioni di ri-configurazione complessiva delle entità e dei luoghi culturali come ‘eredità comuni’. Il digitale sta assumendo infatti valenza metodologica, strutturale e di contesto, all’interno della quale avviare una nuova ermeneutica della Cultura e dell’Eredità Culturale, e la sua introduzione ha favorito e sta favorendo l’emergere di occasioni strategiche di riorganizzazione dei saperi, di apertura alle entità e ai contenuti, di accesso alle forme stesse del contemporaneo. Sono queste le linee guida che hanno orientato #DiCultHer nella progettazione e sperimentazione di nuovi modelli di apprendimento e di insegnamento, in una prospettiva di condivisione delle risorse intellettuali e delle relative competenze, evidenziando il ruolo della Formazione e dell’Educazione come principali protagonisti del cambiamento che si sta realizzando nella società contemporanea. [3] Già l’elaborazione del “Manifesto Ventotene Digitale, redatto nel 2017 quale contributo della rete #DiCultHer all’anno europeo del CH (2018) segnò un momento rilevante di riflessione sui temi del Digital Cultural Heritage, sintetizzati nelle sfide e le azioni nella Carta di Pietrelcina, sul ruolo della Cultura per lo sviluppo. La revisione del Manifesto è partita da queste riflessioni, e, nell’anniversario degli ottanta anni dal Progetto di Manifesto “Per un’Europa libera e unita” di Spinelli-Rossi, abbiamo ripreso in mano il testo del 2017 del Manifesto, perché, ancorché quel testo fosse fortemente orientato a contribuire all’anno europeo del 2018, conteneva in nuce tutta una serie di orientamenti, resi poi palesi da un lato con la ratifica della Convenzione di Faro, dall’altro dalle rilevanti riflessioni in atto innescate in ambito europeo dalla presidente della Commissione europea per un nuovo Bauhaus europeo, e dalla Commissione dell’UE con la Conferenza sul Futuro dell’Europa. La revisione del Manifesto sottolinea il ruolo del digitale nello sviluppo dell’Unione e il Manifesto rappresenta il contributo della rete DiCultHer e dei suoi partner alla nuova Europa, ma anche un’ulteriore occasione per promuovere e consolidare la diffusione di una cultura digitale omogenea e condivisa, fondata sulla conoscenza di questo strumento e delle sue criticità, adatta a restituire ai cittadini nella fase di formazione e di educazione permanente la consapevolezza della titolarità del proprio patrimonio. In questa direzione, il documento Ventotene digitale riconosce nella partecipazione il segno di una Scuola dinamica e nel digitale il ruolo di strumento del Contemporaneo. È lo strumento adatto a raccogliere l’eredità storica dell’Unione, rimodellata dalla creatività delle nuove generazioni e dal coinvolgimento delle comunità patrimoniali nello spirito della Convenzione di Faro. Il documentosi propone di contribuire alla promozione e al sostegno di una cultura digitale come una delle fonti di conoscenza necessarie per i cittadini europei del presente e del futuro. Un nuovo insieme di competenze per garantire anche la conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale digitale anche per la sua trasferibilità alle nuove generazioni. Il documento lavora ad un piano di innovazione dell’educazione al patrimonio nelle sue forme e articolazioni: storico, scientifico, paesaggistico, artistico, etno-antropologico, orientato sull’impegno della popolazione europea in fase di formazione che deve farsi carico dei propri territori e tutte le fasi dell’istruzione richiedono ora una visione e progettazione sinergica dell’uso del digitale, in quanto il digitale sta assumendo valenza metodologica, strutturale e di contesto, all’interno della quale avviare una nuova ermeneutica della Cultura e dell’Eredità Culturale. [1] https://education.ec.europa.eu/it/focus-topics/digital-education/action-plan#:~:text=Cos’%C3%A8%20il%20piano%20d,’UE%20all’era%20digitale [2] https://www.consilium.europa.eu/media/32204/14-final-conclusions-rev1-en.pdf . |