GUGLIONESI – Processione di Sant’Adamo – Processione di Sant’Antonio di Padova
Processione di Sant’Adamo (2 GIUGNO) [Processione di Sant’Antonio di Padova – 13 Giugno]
Sant’Adamo fu un benedettino che intorno alla metà dell’XI secolo divenne abate nel monastero di Santa Maria delle isole Tremiti trasformandolo in un centro di cultura e di rinnovamento, civile e religioso in un periodo complesso della storia del Meridione d’Italia. La dura sfida tra i conti Longobardi, ormai in declino, e i conquistatori Normanni, in forte ascesa, provocò l’evoluzione civica di molti “castrum” e la nascita di numerose municipalità nella fascia media adriatica tra l’Abruzzo, il Molise e la Puglia garganica. I benedettini operarono nel cuore delle “Universitas Civium” favorendo in particolare il culto dei santi patroni come modelli di “patrocinium” politico, etico e culturale per le singole collettività civili. In tal contesto storico il monastero di Tremiti, sotto la guida di Adamo, contese prestigio e patrimoni all’Abbazia di Montecassino. Nel concilio di Melfi del 1059 l’abate Adamo con autorevolezza difese l’autonomia del monastero di Tremiti al cospetto del papa Nicolò II, degli imperatori normanni e dell’abate Desiderio di Montecassino tramandando i documenti dell’archivio monastico. Il 3 Giugno del 1102, a circa trent’anni dalla sua morte, le reliquie dell’abate furono trafugate dalla chiesa di San Paolo di Petacciato e condotte a Guglionesi dove il benedettino fu proclamato santo protettore della costituenda “Universitas Civium”. Inizia la memoria secolare del culto di Sant’Adamo di Guglionesi. Si data da allora il conto delle rievocazioni devote di questa prima traslazione del corpo del Santo che in seguito fu in parte trafugato insieme al prezioso busto argenteo su cui venivano custodite e incastonate. Alla periferia del paese è localizzato il sito della fonte di Sant’Adamo la quale fu eretta lungo la strada che secondo la tradizione percorse il carro con le reliquie la mattina del 3 Giugno 1102 proveniente dalla chiesa di San Paolo esistente fino a qualche secolo fa nell’agro di Petacciato. Dell’antica fonte resta la memoria del sito, poiché nel tempo una serie di cause quali frane, dissesti e incurie hanno contribuito alla scomparsa della struttura originaria. La tradizione guglionesana continua a preservare, nella vigilia della festività di Sant’Adamo, l’accoglienza del carro a “fuori porta”, cioè nel luogo dove sorgeva la scomparsa Porta Frentana, detta anche “porta da piedi”. Il carro trionfale, addobbato di edera, proviene dalla località detta fonte di Sant’Adamo e porta l’effigie del Santo. In passato veniva portata in processione la statua argentea, poi trafugata. Dal 1932 sul carro è posto un dipinto realizzato dal pittore Nicola Iacobitti: per questo la rievocazione della traslazione è chiamata dalla comunità guglionesana anche il ”quadro”. Una coppia di bovini, con dei campanacci appesi al collare, trainano il carro trionfale, finemente addobbati e con le corna rivestite di teli ricamati. Fino alla metà del XX secolo si hanno tracce dello svolgimento di una Carrese di Sant’Adamo con la partecipazione di numerosi carri addobbati. Anziché sfilare come oggi, infatti, gli anziani ricordano un corteo di diverse decine di carri di famiglia, decorati con elementi vegetali e fiori e trainati dai bovini che erano nelle disponibilità di quasi ogni famiglia come coadiutori nel lavoro agricolo. Il busto reliquiario raffigurante Sant’Adamo che sfilava fu realizzato nel 1886 dalla Fonderia Romana di Roma, in argento sbalzato e cesellato, con il peso di 31,177 kg e con titolo in argento di 900/1000. La spesa si aggirò intorno alle dodicimila lire. Il busto fu benedetto il 1° Giugno del 1886 da papa Leone XIII. Il busto fu commissionato nel 1885 per sostituire la statua settecentesca rubata nella notte tra il 3 e il 4 Giugno del 1885. Il patrono è rappresentato in atto benedicente, con lo sguardo rivolto verso l’alto mentre con la mano sinistra sorregge il libro delle sacre scritture. La pianeta e il manipolo sono riccamente decorati a sbalzo con motivi vegetali e floreali, tra i quali le spighe di grano e i grappoli d’uva. Una grande aureola, riccamente lavorata, incornicia il capo del Santo. La base della statua è decorata con una modanatura a foglie sovrapposte, sotto la quale ci sono: una mitria abbaziale a sinistra, a destra lo stemma di Guglionesi e al centro un occhio con le reliquie del Santo. Nella parte posteriore si legge: “Guglionesi al suo Protettore Sant’Adamo 1886” e all’interno di un esagono è riportata la scritta del fonditore. L’uso di celebrare i santi con sfilate di carri trainati da bovini e decorati con elementi vegetali e floreali sia freschi che in carta crespa era testimoniata, fino a qualche decennio fa, anche dalla processione che si organizzava in onore di Sant’Antonio da Padova, in linea con molte altre processioni di carri di Sant’Antonio presenti nell’area basso-molisana (Santa Croce di Magliano, Tavenna, Palata, Montecilfone e altre che ormai si sono interrotte). Ne è testimonianza l’esistenza di una Confraternita di Sant’Antonio ancora attiva, il cui Priore ha raccolto immagini fotografiche che testimoniano lo svolgersi di una Carrese di Sant’Antonio a Guglionesi fino agli anni Cinquanta e contemporaneamente allo svolgersi di un rituale analogo in onore di Sant’Adamo.
Riferimenti bibliografici
Gerardo Cioffari – Luigi Sorella, Sant’Adamo di Guglionesi abate nel monastero benedettino delle isole Tremiti. Aspetti storici, critici e cultuali dall’XI al XXI secolo, Palladino Editore, Campobasso 2006.
Angelo Maria Rocchia, Cronistoria di Guglionesi e delle tre gloriose traslazioni di S. Adamo Abate, Gargiulio, Napoli, 1890 [rist. Ed. Cannarsa, Vasto 1991].
Corrado Gizzi, Sant’Adamo, Cappelli, Bologna 1960 [Bastogi ed., Roma 2002].
Antonio Mastantuono, Giuseppe De Virgilio, Luigi Sorella, Giuseppe Mammarella, Le Carresi. Le traslazioni delle reliquie dei santi. Riferimenti biblici, origini, riti e tradizioni, Ed. Città Nuova, Roma 2014.
Luigi Sorella, Nel nobile castello. Racconto illustrato sulle storie di Adamo, monaco e abate benedettino, Palladino Ed., Campobasso 2019.